Riassunto analitico
Il settore agro-alimentare in Italia costituisce un business da 225,8 miliardi di fatturato e l’eccellenza del “Made in Italy” è riconosciuta a livello mondiale. Tuttavia, questa prosperità non è sfuggita all’attenzione della criminalità organizzata, che da decenni ritrova nella filiera del cibo un terreno proficuo per la propria attività criminale. È questo il fenomeno delle «agromafie», che si infiltrano nella food chain nella sua interezza: dalla fase di produzione, attraverso il fenomeno dell’intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, alla fase di distribuzione e commercializzazione, attraverso le frodi in commercio di prodotti alimentari e il c.d. «Italian sounding». Il punto di congiunzione è costituito dal delitto di riciclaggio, di cui all’art. 648-bis c.p., che si serve della vendita di alimenti contraffatti per ripulire i proventi delle attività criminali. In che modo l’ordinamento giuridico risponde a questa dinamica criminale? Esaminando in particolare l’efficacia dell’art. 603-bis c.p. sul caporalato e dei reati agro-alimentari, l’elaborato si propone di analizzare la fisionomia delle agromafie e la risposta penalistica al fenomeno. Mediante un approccio multidisciplinare che accompagna ad una dimensione prettamente giuridica elementi storici, economici ed empirici si evidenziano le peculiarità delle infiltrazioni mafiose nella filiera agro-alimentare e le criticità della legislazione vigente. A partire da questo quadro, vengono approfondite le prospettive di riforma, dalla proposta della Commissione Caselli del 2015 al più recente D.d.l. 1004, delineando possibili strategie di contrasto per un rafforzamento della tutela penale della filiera agro-alimentare.
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Abstract
The agri-food sector in Italy generates a revenue of €225.8 billion, and the excellence of "Made in Italy" is globally recognized. However, this prosperity has not escaped the attention of organized crime, which has long found the food supply chain to be a profitable ground for its criminal activities. This is the so-called phenomenon of «agromafie», which infiltrate the entire food chain: from the production phase, through illegal labor intermediation and exploitation, to the distribution and commercialization stages, involving food fraud and the so-called Italian sounding. The key connection point is the crime of money laundering, as per Article 648-bis of the Italian Penal Code, which utilizes the sale of counterfeit food products to legitimize criminal proceeds. How does the legal system respond to this criminal dynamic? By examining the effectiveness of Article 603-bis of the Penal Code on labor exploitation and agri-food crimes, this study aims to analyze the agromafie’s structure and the criminal law response to the phenomenon. Through a multidisciplinary approach that integrates legal, historical, economic, and empirical perspectives, the analysis highlights the peculiarities of mafia infiltration in the agri-food sector and the critical issues in the current legislation. Based on this framework, the study delves into reform perspectives, from the 2015 Caselli Commission proposal to the more recent daft law No. 1004, outlining possible counter strategies to strengthen the criminal protection of the agri-food supply chain.
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