Riassunto analitico
Il delitto tentato è un istituto del diritto penale che si contrappone per natura al delitto consumato, poiché non prevede la consumazione del reato, che può non avvenire per il mancato compimento dell’azione o per la non verificazione dell’evento. Nell’ambito dell’iter criminis, il tentativo si colloca tra la fase preparatoria e la consumazione, comprendendo una pluralità di atti la cui variabilità rende difficile delineare una definizione precisa e univoca dell’istituto. Il presente lavoro di tesi si propone di individuare il momento d’inizio dell’attività punibile nel tentativo, con particolare attenzione agli atti preparatori. Questi, per la loro intrinseca ambiguità e la sottile linea di confine con gli atti esecutivi, rappresentano l’aspetto più critico nell’individuazione della condotta penalmente rilevante. In primo luogo, si esaminerà l’evoluzione storica dell’istituto, dalle prime elaborazioni dottrinali medievali ai codici Zanardelli e Rocco, che riflettono due visioni opposte della punibilità del tentativo: da un lato, un approccio oggettivistico e garantista, fondato sulla centralità dell’uomo e sulla tutela delle sue libertà, che restringe la soglia di punibilità; dall’altro, una prospettiva soggettivistica, orientata alla prevenzione e all'ampliamento dell’area penalmente rilevante. In secondo luogo, si analizzeranno la disciplina e la struttura del tentativo, approfondendo gli sviluppi della dottrina in merito agli elementi oggettivi e soggettivi dell’istituto, con particolare riferimento ai criteri di idoneità e univocità che, insieme al dolo, ne definiscono i confini e costituiscono una delle principali novità del codice Rocco. Infine, il fulcro della trattazione riguarderà il ruolo degli atti preparatori e i criteri di distinzione rispetto all’attività esecutiva. Verranno esaminate le principali posizioni dottrinali e giurisprudenziali che, nel tempo, hanno contribuito a rendere incerta la delimitazione dell’istituto, nonché le critiche ai requisiti di idoneità e univocità, spesso considerati nella pratica meri sinonimi della contrapposizione tra preparazione ed esecuzione. In conclusione, si analizzeranno le più recenti proposte di riforma, che sembrano riflettere una tendenza di rassegnato riformismo.
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