Riassunto analitico
Lo studio si pone l’obiettivo di analizzare l’impatto dell’intelligenza artificiale (IA) sul procedimento amministrativo “tradizionale”, il quale introduce sfide e opportunità che impongono un’analisi approfondita delle garanzie procedurali, della trasparenza e del ruolo dell’uomo nei processi decisionali. Focus del lavoro è rappresentato dall’automazione delle procedure e dalla sua interazione con principi giuridici e regolamentazione normativa. L’innovazione rappresentata dall’automazione richiede un ripensamento delle tutele giuridiche, con la giurisprudenza amministrativa che, pur accogliendo i vantaggi tecnologici, enfatizza la centralità del fattore umano per garantire il rispetto dei diritti dei cittadini. La trasparenza emerge come principio cardine nell’impiego dell’IA, poiché il funzionamento degli algoritmi solleva questioni critiche riguardo alla conoscibilità dei processi decisionali, rendendo indispensabile un controllo umano effettivo e l’imputabilità delle decisioni agli organi competenti. È necessario che ogni cittadino sia informato sull’esistenza e sulla logica dei processi decisionali automatizzati che lo riguardano, garantendo la piena conoscibilità del modello algoritmico e l’accessibilità alle informazioni. L’utilizzo dell’IA in questo contesto presenta una pluralità di rischi, tra cui la perdita di controllo umano e l’incomprensibilità delle decisioni automatizzate, che possono portare ad arbitrarietà e discriminazioni. La regolamentazione dell’IA è quindi cruciale, come dimostrato dall’AI Act dell’Unione Europea, un regolamento basato sul rischio che classifica i sistemi di IA secondo il loro potenziale impatto, e impone obblighi specifici per i sistemi ad alto rischio, tra cui valutazioni preventive, supervisione umana e misure per mitigare i rischi. Parallelamente, strumenti normativi come il GDPR e il Programma Strategico Nazionale per l’IA offrono ulteriori tutele per i diritti fondamentali, con particolare attenzione alla protezione dei dati personali e alla trasparenza delle decisioni algoritmiche. Le sentenze dei tribunali italiani sottolineano l’importanza delle garanzie procedurali nell’uso dell’IA. Sentenze come quella del TAR Lazio del 2019 e del Consiglio di Stato dello stesso anno evidenziano l’obbligo di motivazione, la necessità di una conoscibilità ex ante degli algoritmi e la centralità del responsabile del procedimento. Quest’ultimo deve continuare a svolgere un ruolo essenziale nel garantire la legittimità delle decisioni, supervisionando l’uso dell’IA come strumento di supporto e non come sostituto dell’azione amministrativa umana. La regolamentazione dell’IA in Italia è ancora in evoluzione. Oltre al Codice dell’Amministrazione Digitale, strumenti di soft-law come il “Libro Bianco sull’Intelligenza Artificiale al servizio del cittadino” offrono indicazioni utili, ma non vincolanti, per l’uso etico e trasparente dell’IA. L'unico rimedio alle problematicità esposte nel testo, risiede nel preservare il ruolo centrale dell'uomo nel processo amministrativo, evitando che l'intelligenza artificiale sostituisca completamente l'intervento umano. mantenere l'uomo nel processo decisionale, infatti, garantisce che il cittadino possa sempre contare su un interlocutore umano capace di comprendere le sue necessità e di rispondere in modo empatico e giuridicamente corretto, salvaguardando così i suoi diritti soggettivi. In tale ottica, la macchina deve rimanere uno strumento di supporto, non un sostituto dell'intelligenza e della responsabilità umana.
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