Riassunto analitico
La violazione di gravi obblighi di interesse della comunità internazionale e di diritti umani, riconosciuti a ciascun individuo in quanto tale, sono alcuni dei motivi che hanno portato alla necessaria elaborazione di un concetto di giurisdizione sovranazionale a tutela della comunità internazionale e dei suoi soggetti. Gli autori dei crimini internazionali non possono rimanere impuniti e, al fine di accertarne la responsabilità sul piano individuale, il principio dell'universalità della giurisdizione penale agisce in soccorso degli Stati i cui sistemi giurisdizionali nazionali risultano inadeguati o inefficaci. Guardando all'evoluzione dei tribunali penali internazionali (dai Tribunali militari internazionali di Norimberga e Tokyo, ai tribunali ad hoc, alla CPI, ai tribunali misti), l'elaborato vuole in primo luogo analizzare il principio di complementarietà della giurisdizione della Corte penale internazionale, i criteri che consentono la rilevabilità della causa all'interno del sistema dello Statuto di Roma e i metodi di recepimento adottati dagli ordinamenti interni degli Stati. I casi più significativi che si sono succeduti negli ultimi decenni hanno contribuito notevolmente all'incremento della tutela internazionale in materia, ma hanno anche palesato criticità e difficoltà del meccanismo di intervento individuato dallo Statuto, nonché evidenziato le innovazioni da apportare necessariamente per adattare suddetto meccanismo al mutato contesto internazionale. Il processo di Coblenza, avviatosi nell'aprile 2020, in piena fase iniziale della pandemia globale, ha riportato l'attenzione della comunità internazionale sui crimini di guerra e sui crimini contro l'umanità commessi dal regime siriano; con molteplici decine di testimoni coinvolti e più di un centinaio di udienze, è stato sicuramente uno dei procedimenti più significativi e decisivi degli ultimi anni.
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