Riassunto analitico
Il lavoro si compone di quattro capitoli, il primo dei quali è dedicato alla presentazione dei profili generali dei diritti sociali, tra cui vi sono i diritti delle persone con disabilità. La Carta costituzionale, avendo tra i suoi principi basilari quello solidaristico, costituisce il fondamento dei diritti sociali che da essa traggono la loro ragion d’essere, la capacità di rinnovarsi nel tempo adeguandosi alle nuove e composite esigenze della società nel suo evolversi: i diritti delle persone con disabilità hanno trovato nei principi della Costituzione e nell’attività della Corte Costituzionale nuovi significati ed espressioni per passare dall’originale concetto riduttivo di assistenzialismo a quello della inclusione sociale di ogni persona in quanto tale. Il capitolo fa riferimento altresì ai principi del diritto sovranazionale e internazionale in materia di tutela della disabilità, nella misura in cui sono stati recepiti nel nostro ordinamento contribuendo ad orientarne le finalità ed i contenuti come nel caso della Legge 112/2016. Il secondo capitolo presenta i contenuti della Legge con una premessa sugli strumenti precedentemente utilizzabili allo scopo di proteggere un patrimonio destinato al soddisfacimento delle necessità di vita del disabile: dalle disposizioni testamentarie fino al trust che ha avuto per la prima volta riconoscimento nel nostro Paese dalla Legge 112/2016. Un paragrafo è riservato alle proposte di legge che hanno accompagnato il percorso di approvazione del provvedimento. Nel capitolo terzo viene esaminato il processo legislativo a livello regionale con un confronto tra le scelte operate dalle diverse Regioni riguardo alle tipologie di intervento alle quali destinare le risorse del Fondo previsto dalla L.112/2016. Inoltre viene svolta una prima analisi del grado di applicazione concreta degli istituti previsti dalla Legge a due anni dalla sua entrata in vigore, al fine di riscontrare l’esistenza sul territorio di progetti personalizzati realizzati o in corso di programmazione o, al contrario, di individuare gli elementi di criticità che possono causare ritardi o inefficienze applicative. Il quadro emerso dalle ricerche documentali che ho svolto, dai riscontri tratti da colloqui e partecipazione ad eventi sul tema della disabilità svolti nel mio territorio di residenza dimostra che, nonostante si abbiano a disposizione tutti gli strumenti normativi necessari, i diritti delle persone con disabilità sono molto lontani dall’essere concretamente attuati secondo i principi costituzionali, gli utenti e le famiglie devono lottare quotidianamente con le procedure complesse di una burocrazia lenta e macchinosa, la personalizzazione dei trattamenti, ovvero il principale mezzo individuato dalla Legge 112/16 per il fine della corretta gestione del “Dopo di Noi”, è ancora raramente perseguita. Perciò ho dedicato il quarto capitolo all’analisi dei modelli di welfare e di inclusione sociale adottati in altri Paesi Europei per il riconoscimento dei diritti delle persone con disabilità: ho scelto la Francia e la Svezia perché sostanzialmente simile, la prima, e molto lontana, la seconda, dalla evoluzione storica della dotazione normativa in tema di diritti sociali, di riconoscimento e gestione delle problematiche connesse alla disabilità. Il grado di inclusione sociale dei disabili nei diversi contesti è profondamente diverso: ho cercato di individuarne le possibili cause e trarne spunti e suggerimenti utili che, se tradotti in comportamenti da cittadini ed operatori nel nostro contesto sociale, potrebbero probabilmente portare ad una più concreta adesione ai principi costituzionali, alla realizzazione del concetto di cittadinanza per tutte le persone qualunque sia la loro contingente condizione di normalità o limitatezza, nelle varie fasi della vita in presenza o in mancanza di familiari disponibili e disposti a farsene totale carico.
|