Riassunto analitico
Nel 2021 è stato ufficialmente inaugurato il nuovo fenomeno dell’arte digitale, la cui tempestiva espansione quasi non ha conosciuto precedenti. Invero, l’utente del Web 3.0. è rimasto folgorato dalla nuova forma integralmente dematerializzata assunta dagli elaborati artistici. In un sistema dove però tutto è duplicabile, si necessita di un elemento che renda il capolavoro digitale unico ed irriproducibile. È in questo frangente che entrano in gioco i non fungible tokens. Comunemente conosciuti come i certificati di autenticità delle opere d’arte digitali, essi hanno immediatamente dato del filo da torcere ai legislatori di tutto il mondo. Il fenomeno in questione ha infatti sottolineato una problematica che da tempo affligge il mondo della produzione legislativa: la mancata capacità di stare al passo con una realtà in continuo e sempre più rapito mutamento. L’innovazione deve inevitabilmente essere seguita dall’elaborazione di una disciplina giuridica positiva che riguardi sia gli istituti di nuova introduzione – come quello in questione – sia le interazioni che questi hanno con quanto preesistente e precedentemente regolamentato dall’ordinamento giuridico. Il presente elaborato si propone pertanto una duplice indagine: da un lato, ci si muove verso l’elencazione delle varie ipotesi di inquadramento giuridico elaborate in materia dalla dottrina; dall’altro lato, si vuole ricostruire il rapporto che il gettone digitale intrattiene inevitabilmente con la proprietà intellettuale – in particolare con il marchio e il diritto d’autore.
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