Riassunto analitico
Nel 1969 fu istituita ARPANET, la prima rete al mondo in grado di connettere i computer del centro di ricerca militare ARPA (Advanced Research Projects Agency) con quelli di alcune università californiane, gettando le basi per ciò che oggi è conosciuta come Internet. Questa innovazione ha trasformato radicalmente la società, permettendo di abbattere distanze geografiche e di accedere a una vasta gamma di servizi. Tuttavia, come accade per tutte le invenzioni che influenzano direttamente la vita delle persone, l’evoluzione di Internet ha sollevato la necessità di un adeguato quadro normativo. Il lavoro di tesi mira a evidenziare quanto la regolamentazione sia fondamentale, poiché attraverso l’utilizzo della rete vengono coinvolti numerosi diritti, tra cui quello alla privacy, e sorgono questioni delicate riguardo alla gestione dei dati, che non riguardano solo la vita dell’individuo, ma anche il trattamento e l’utilizzo di tali informazioni dopo la morte dell'utente. Oltre alle sfide normative, l’elaborato ha l’obiettivo di portare luce anche sulle disuguaglianze, che internet ha la potenzialità di esacerbare e creare, quali il fenomeno noto come “digital divide”. Esso non si limita all'accesso alle tecnologie necessarie per fruire dei servizi online, ma si estende a una dimensione sociale ed economica più complessa. Amplifica le disuguaglianze già esistenti nel mondo offline, quali quelle legate all’età, al contesto linguistico e culturale, alla disabilità e al genere. Nonostante siffatte problematiche, la rapida diffusione di Internet e lo sviluppo di tecnologie come l’intelligenza artificiale (IA) e i chatbot offre anche nuove opportunità, che il contributo intende sottolineare. Tra i benefici più rilevanti vi è la possibilità di abbattere le distanze geografiche, consentendo una comunicazione globale immediata e la creazione di reti di interazione che, fino a pochi decenni fa, sarebbero state impensabili. Internet ha reso possibile una connessione diretta tra individui e istituzioni, favorendo un dialogo più inclusivo e democratico, dando voce a un numero crescente di persone indipendentemente dalla loro posizione geografica o dalla loro formazione socioeconomica. Inoltre, la digitalizzazione dei processi ha migliorato l'efficienza e la produttività in numerosi settori, come l'industria, la logistica, il commercio e i servizi pubblici, riducendo tempi e risorse necessarie per attività ripetitive o complesse. La diffusione di strumenti digitali come internet e i social media, dunque, ha ampliato le modalità con cui i diritti costituzionali fondamentali, come la libertà di espressione e l’accesso all’informazione, vengono esercitati. Tuttavia, tali tecnologie hanno anche introdotto nuove sfide, tra cui il rischio di violazioni della privacy, la disinformazione e la manipolazione dei dati, che richiedono un aggiornamento normativo costante per proteggere efficacemente tali diritti. In questo contesto, il diritto di accesso a internet è diventato fondamentale per l’esercizio dei diritti costituzionali, poiché la rete è ormai essenziale per la partecipazione democratica e la libertà di espressione, e senza un accesso libero ed equo, tali diritti rischiano di essere limitati. L’evoluzione di Internet e delle nuove tecnologie, dunque, ha portato vantaggi significativi, ma ha anche messo in luce disuguaglianze, evidenziando la presenza di temi tanto importanti quanto delicati e spesso privi della regolamentazione e dell’attenzione necessaria. Per garantire che i benefici siano equamente distribuiti, è essenziale un quadro normativo che tuteli i diritti digitali e affronti il digital divide, promuovendo un accesso universale e inclusivo.
|