Riassunto analitico
I minori coinvolti nelle organizzazioni criminali è un fenomeno che suscita particolare preoccupazione, sia per lo sfruttamento sotteso sia per l’eventuale destino criminale a cui vanno incontro i cosiddetti ragazzi delle mafie. L’obiettivo della ricerca è quello di predisporre e studiare un sistema di interventi e di recupero efficaci ad arginare tale forma di devianza minorile. In primo luogo, sono stati studiati i fattori, in particolari quelli familiari e ambientali, che influenzano la genesi del comportamento criminale dei minori. In secondo luogo, sono stati esaminati i rimedi a disposizione dell’ordinamento nell’ottica di tutela del minore, quali gli strumenti di tutela civilistici, la competenza amministrativa del Tribunale per i minorenni e le misure di decarcerizzazione (quale soluzione prediletta per evitare al minore lo stigma di criminale). In conclusione, è stata analizzata l’esperienza del Tribunale per i minorenni di Reggio Calabria e il progetto “liberi di scegliere” nato per tutelare e liberare i ragazzi della ‘Ndrangheta. Sulla base dell'esperienza reggina, gli strumenti utilizzati per apprestare una tutela efficace ai minori sono stati quelli di controllo sull'esercizio della responsabilità genitoriale ex art. 330 e ss. c.c. onde evitare pregiudizi per l'azione educativa disvaloriale e opposta al loro sano sviluppo psico-fisico. La lettura costituzionalmente orientata del combinato disposto degli artt. 330 e 333 c.c. con l'art. 25 del Rdl 1404/34 ha permesso l'utilizzo di tali provvedimenti in un'ottica essenzialmente puerocentrica inserendosi quale nuovo approccio alla lotta contro la criminalità organizzata.
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