Riassunto analitico
L’elaborato seguente tratterà della tutela penale dell’integrità psichica e di come essa trova rilevanza all’interno del nostro codice penale, tentando, in particolare, di delinearne i contorni e la sua portata applicativa. Il primo capitolo servirà a fornire un quadro generale, introducendo un concetto che più di altri consente di comprendere l’importanza dell’individualità di ciascuno, la “libertà di autodeterminazione”. Dedicherò le prime pagine alla libertà di autodeterminazione “positiva”, quale espressione della libertà di scelta di ciascuno, espressa in particolar modo all’interno del nostro codice penale dal consenso dell’avente diritto (art. 50 c.p.). Essa è soggetta a limitazioni in rapporto a beni superindividuali, non solo di natura pubblica, ma anche personale, in concreto questo vale per il bene giuridico “vita” e in minor parte per l’ “integrità fisica” come vedremo meglio. Successivamente, dal secondo capitolo l’analisi proseguirà dando spazio alla libertà di autodeterminazione “negativa”, soffermandoci su alcune fattispecie di reato che consentono di chiarire al meglio la posizione del nostro diritto penale in merito all’integrità psichica, e in particolare sui tre status che più di tutti ne delineano i margini di tutela: soggezione, costrizione ed induzione; ma toccando anche quelli di determinazione e istigazione. Proprio attraverso tali elementi di reato sarà possibile esaminare e comprendere le forme di danno all’integrità psichica, cioè il danno alla propria individualità e libertà di “essere”. Al termine di quanto sviluppato, dovremmo porci una domanda alquanto importante: è stata corretta l’espunzione del delitto di plagio dal nostro codice penale o è necessaria una sua reintroduzione? Per tale motivo sarà necessario analizzare e valutare se la tutela penale ad oggi risulti sufficiente a garantire un’adeguata salvaguardia della persona nella sua sfera psichica, tentando di individuarne eventuali lacune.
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