Riassunto analitico
INTRODUZIONE La Chronic Critical Illness (CCI), o malattia cronicamente critica, è una condizione patologica complessa che colpisce quei pazienti che, al termine di un evento acuto che ha richiesto ricovero in Terapia Intensiva, rimangono dipendenti dal supporto meccanico delle funzioni vitali. La prevalenza di questa sindrome nei pazienti con insufficienza respiratoria acuta sottoposti a ventilazione meccanica e i meccanismi che ne sono alla base non sono ancora stati definiti in modo chiaro.
MATERIALI E METODI E’ stato eseguito uno studio osservazionale prospettico, di coorte, presso l’unità di Terapia Intensiva Respiratoria (UTIR) del Reparto di Malattie dell’Apparato Respiratorio del Policlinico di Modena su pazienti con insufficienza respiratoria acuta sottoposti a ventilazione meccanica non affetti da patologie polmonari croniche o neuromuscolari. E' stato stabilito come obiettivo primario la determinazione della prevalenza di CCI ed è stata considerata per l’esecuzione dell’analisi una popolazione comprensiva di 100 pazienti. Per ciascun paziente, all’ingresso in reparto, sono stati registrati dati demografici, informazioni anamnestiche, parametri relativi alla meccanica respiratoria, scores di gravità clinica (APACHE II, SOFA, SAPSII), dati relativi alla funzionalità diaframmatica e presenza di shock settico, infezioni polmonari o ARDS. Inoltre, sono stati registrati parametri ematochimici ed emogasanalitici sia all’ingresso che nei primi sette giorni di ricovero in modo da osservarne l’andamento. Infine, sono state valutate la colonizzazione e/o infezione da parte di batteri MDR all’ingresso e durante il ricovero e l’insorgenza di seconda infezione durante il ricovero. Tutti questi dati sono stati sottoposti ad analisi univariata, multivariata, analisi ROC e analisi di Kaplan-Meier per studiarne l’eventuale ruolo in qualità di predittori dello sviluppo di CCI.
RISULTATI Nella popolazione di pazienti presa in esame è stata calcolata una prevalenza di CCI del 33%. Gli scores di gravità clinica, lo shock settico e la disfunzione diaframmatica sono risultati essere associati allo sviluppo di CCI (rispettivamente, RR=3.5 p<0.001, RR=3.9 p=0.002, RR=3.9 p=0.01, RR=14 p<0.0001, RR=3.17 p<0.0001). L’infezione da batteri multiresistenti (MDR) e l’insorgenza di seconda infezione durante il ricovero hanno mostrato una correlazione significativa (rispettivamente, RR=4.7 p=0.009 e RR=3.17 p=0.031). L’andamento della PCR nei primi sette giorni è risultato essere differente in modo significativo nei pazienti che sono evoluti in CCI (p=0.031). L’analisi multivariata ha mostrato che la presenza di shock settico, l’infezione MDR, la valutazione ecografica della disfunzione diaframmatica, l’APACHE II score all’ingresso, il trend della PCR nei primi sette giorni e l’insorgenza di seconda infezione sono indipendentemente associati allo sviluppo di CCI (rispettivamente, RR=7.2 p<0.001, RR=4.7 p<0.021, RR=3.7 p<0.003, RR=3.5 p<0.002, RR=2.1 p<0.036, RR=1.9 p<0.027). Al contrario, le variabili fisiologiche correlate alla ventilazione meccanica rilevate all’ingresso non sono risultate associate. Infine, l’analisi ROC ha mostrato che lo shock settico risulta essere il più forte predittore (AUC=0.92, p<0.0001)
CONCLUSIONE Nella specifica popolazione di pazienti presa in esame l’evoluzione verso lo sviluppo di CCI non è infrequente. I fattori correlati all’ambito infettivo sembrano avere un ruolo importante nella cronicizzazione della malattia critica acuta e, tra questi, lo shock settico è risultato essere il principale fattore predittivo indipendente. Anche la disfunzione diaframmatica rilevata in ecografia sembra essere predisponente.
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