Riassunto analitico
Il presente lavoro calcola gli effetti redistributivi associati all’esclusione dalla base imponibile Irpef delle fonti di reddito assoggettate ad imposizione sostitutiva o esenti da imposizione, attraverso l’implementazione di un modello di microsimulazione fiscale statico. In un primo caso, abbiamo replicato la legislazione fiscale vigente al 2017 per l’Irpef e i regimi sostitutivi o di esenzione all’imposta sul reddito, conformemente alle disposizioni di legge. In un secondo caso invece, abbiamo sviluppato una legislazione fiscale teorica prendendo a riferimento il modello della Comprehensive Income Tax (Cit), ovvero includendo all’interno della base imponibile Irpef le seguenti fonti di reddito: i proventi delle attività finanziarie; gli utili reinvestiti all’interno dell’azienda sotto forma di riserve dagli imprenditori individuali e dalle società di persone, secondo quanto disposto dall’Imposta sul reddito imprenditoriale (Iri); i redditi effettivi dei fabbricati locati a terzi ad uso abitativo, nell’ambito dell’opzione della cedolare secca sugli affitti; i redditi dominicali e agrari, secondo quanto disposto dalla Legge di Stabilità 2017; i redditi percepiti dalle attività imprenditoriali che operano in regime forfetario o intraprendono nuove iniziative produttive; i compensi percepiti in qualità di prestatore di lavoro accessorio, i c.d. voucher; le iniziative riconducibili al welfare aziendale; i premi di produttività corrisposti ai lavoratori dipendenti. La comparazione consente di valutare le differenze nell’effetto redistributivo globale associato a ciascuna delle legislazioni fiscali, oltre a determinare la distribuzione dei benefici e degli oneri fiscali per ogni quantile della popolazione e per specifiche caratteristiche sociali. Considerando quale unità di analisi la famiglia, l’incidenza dell’Irpef e delle addizionali regionale e comunale sul reddito complessivo equivalente assoggettato a progressività è pari al 20,22%, mentre l’incidenza delle imposte cedolari sul reddito complessivo equivalente escluso dalla base imponibile Irpef è pari al 21,52%. L’incidenza dell’Irpef, comprensiva delle addizionali, e delle imposte cedolari sul reddito complessivo equivalente totale è pari al 20,34%, con un indice di Gini del reddito al netto delle imposte pari allo 0,3334. L’effetto redistributivo globale, identificato dall’indice di Reynolds-Smolensky, è pari allo 0,04361, mentre lo scostamento dalla proporzionalità, rappresentato dall’indice di Kakwani, è pari allo 0,1729. L’inclusione nella base imponibile Irpef delle fonti di reddito che sfuggono alla progressività comporta un aumento dell’incidenza delle imposte sul reddito complessivo equivalente, pari al 21,44%, con una conseguente riduzione dell’indice di Gini del reddito netto allo 0,3269. L’effetto redistributivo globale aumenta allo 0,04992, mentre l’indice di Kawkani aumenta allo 0,1847. Il contributo associato all’effetto redistributivo globale dei proventi delle attività finanziarie è particolarmente elevato, pari al 71,9%: questo significa che la differenza tra gli indici di Reynolds-Smolensky dipende per più di due terzi dall’inclusione dei proventi dei redditi finanziari nella base imponibile Irpef. Seguono le iniziative di welfare aziendale e i redditi effettivi dei fabbricati locati a terzi ad uso abitativo, il cui contributo all’effetto redistributivo globale è pari rispettivamente all’8,1 e 7,9%. Rilevante è il caso delle iniziative di welfare aziendale: a fronte di una base importo campionario di 3,5 mld, rappresentano il 4,2% sul totale delle fonti di reddito che sfuggono alla progressività, circa la metà del contributo associato all’effetto redistributivo globale. L’inclusione delle fonti di reddito assoggettate a tassazione sostitutiva o esentate da imposizione nella base imponibile Irpef comporta un aumento di gettito campionario pari a 9,5 mld.
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