Riassunto analitico
Introduzione: gli anticoagulanti sono una famiglia di farmaci che agisce sulla cascata della coagulazione permettendo di evitare rischi trombotici legati a patologie come la TEV, la FA e malattie valvolari cardiache. Tra questi il Warfarin agisce su vari livelli tramite l'inibizione dell'enzima VKOR impedendo la formazione di alcuni fattori della coagulazione - FII, FVII, FIX e FX - mentre i NAO agiscono in maniera più selettiva, in particolare Apixaban, Edoxaban e Rivaroxaban sul FX solo il Dabigatran agisce sul FII. Obiettivo dello studio: L'obiettivo è quello di andare a verificare una possibile correlazione tra l'uso degli anticoagulanti nella popolazione anziana e le loro caratteristiche cliniche. Materiali e metodi: sono stati studiati 1971 pazienti afferenti all'ambulatorio di Cardiogeriatria del Nuovo Ospedale Civile di Baggiovara. Durante la visita cardio-geriatrica i pazienti sono stati sottoposti ad una procedura standard di visita con anamnesi clinica, esame obiettivo, elettrocardiogramma a 12 derivazione e prove fisiche per la valutazione della fragilità delle performance. Risultati: sono state trovate correlazioni con diverse comorbidità, tra cui ipertensione, cardiomiopatia aritmica, ictus, dislipidemia, ipertiroidismo, BPCO, insufficienza renale e osteoporosi; con diversi farmaci tra cui diuretici, associazione di due diuretici, associazione di diuretici e ACE inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina 2, beta bloccanti, antiaritmici, digitale, antiaggreganti, insulina, statine, inibitori della funzionalità tiroidea, benzodiazepine, antidepressivi e FANS; con prove di performance e fragilità tra cui ipotensione ortostatica, Standing Balance e fragilità; con sintomi tra cui dispnea parossistica notturna, nicturia, tosse notturna, epatomegalia, tachipnea. Conclusioni: abbiamo riscontrato una prevalenza di alcune patologie, di alcuni farmaci, di sintomi e di alterazioni alle prove di performance che indicano come questi pazienti siano più vulnerabili e quindi a maggior rischio, di conseguenza è necessario attuare un maggiore controllo clinico.
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Abstract
Introduction: Anticoagulants are a family of drugs that act on the coagulation cascade, helping to prevent thrombotic risks associated with conditions such as venous thromboembolism (VTE), atrial fibrillation (AF), and valvular heart diseases. Among them, Warfarin acts at multiple levels by inhibiting the VKOR enzyme, thereby preventing the formation of certain coagulation factors—FII, FVII, FIX, and FX. In contrast, direct oral anticoagulants (DOACs) act more selectively: Apixaban, Edoxaban, and Rivaroxaban target FX, while Dabigatran specifically acts on FII.
Objective of the study: The aim is to assess a possible correlation between the use of anticoagulants in the elderly population and their clinical characteristics.
Materials and Methods: A total of 1,971 patients attending the Cardiogeriatrics outpatient clinic of the New Civil Hospital of Baggiovara were studied. During the cardio-geriatric visit, patients underwent a standardized examination, including clinical history, physical examination, 12-lead electrocardiogram, and physical tests for assessing frailty and performance.
Results: Correlations were found with several comorbidities, including hypertension, arrhythmic cardiomyopathy, stroke, dyslipidemia, hyperthyroidism, COPD, renal failure, and osteoporosis. Associations were also observed with various medications, including diuretics, combinations of two diuretics, combinations of diuretics and ACE inhibitors, angiotensin II receptor antagonists, beta-blockers, antiarrhythmics, digitalis, antiplatelet agents, insulin, statins, thyroid function inhibitors, benzodiazepines, antidepressants, and NSAIDs. Furthermore, correlations emerged with performance and frailty tests, including orthostatic hypotension, standing balance, and frailty, as well as with symptoms such as paroxysmal nocturnal dyspnea, nocturia, nocturnal cough, hepatomegaly, and tachypnea.
Conclusions: We observed a prevalence of specific diseases, medications, symptoms, and performance test alterations, indicating that these patients are more vulnerable and at higher risk. Consequently, enhanced clinical monitoring is necessary.
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