Riassunto analitico
Il lavoro svolto si pone l’obiettivo di ricostruire un quadro trasversale circa il livello di attuazione del “diritto al conseguimento di una sistemazione abitativa” in favore delle persone migranti nel panorama giuridico nazionale ed europeo. Per poter evidenziare i margini di riconoscimento di una simile prerogativa in favore dei soggetti coinvolti nella dinamica dei flussi migratori, si è rivelato indispensabile procedere ad una preventiva indagine funzionale a ricostruire la natura di tale posizione giuridica, al fine di valutarne successivamente l’estensione nei riguardi di soggetti privi del requisito della cittadinanza, interrogandosi su quali siano i limiti entro cui sia possibile riconoscere agli “stranieri” l’opportunità di beneficiare dei diritti sociali scanditi dalla Carta Costituzionale. In quest’ottica si è provveduto ad analizzare il quadro giurisprudenziale nazionale, tanto dal punto di vista costituzionale quanto da quello ordinario, attuando un confronto con il panorama europeo ed in particolare con l’esperienza francese, caratterizzata da una tradizione giuridica dai tratti comuni a quella italiana, anche se dotata di un impianto normativo costituzionale finanche più carente rispetto a quello riscontrabile nel sistema giuridico nazionale. Ricostruite le diverse categorie giuridiche elaborate nella gestione dei flussi migratori, è stato possibile rilevare un cronico ritardo nell’effettiva attuazione di tale diritto. Le istituzioni nazionali e regionali, la giurisprudenza interna e internazionale, nonché ogni altro attore giuridico-istituzionale, si sono mostrati sostanzialmente insensibili alla valorizzazione di siffatta proiezione della sfera individuale, nonostante l’ampia letteratura richiamata evidenzi quanto la questione abitativa rappresenti uno dei principali vulnus per la realizzazione di un efficace processo di inclusione imposto dagli ingenti “flussi migratori” attuali. Ciò che emerge, allora, alla luce del quadro tracciato, è una sostanziale inattuazione del principio solidaristico che dovrebbe orientare l’azione dello Stato rispetto alla gestione del fenomeno della migrazione. La solidarietà imposta dall’art. 2 Cost., infatti, dovrebbe affermare un atteggiamento non repressivo, ma ispirato a paradigmi umanitari atti a favorire la seconda fase del c.d. soggiorno all’interno del territorio dello Stato. Tale soggiorno dovrebbe essere caratterizzato dalla predisposizione di tutte le guarentigie di ordine sociale, necessarie affinché il multi-culturismo che permea la moderna società possa rappresentare un valore aggiunto nella dinamica nazionale, prevenendo il fiorire di quell’odio sociale che sovente domina larghi tratti della popolazione. A fronte di siffatti obiettivi, l’indagine condotta rileva l’assoluta insufficienza dello sforzo compiuto, imponendo l’implementazione di un più adeguato strumentario a protezione dei diritti sociali e dunque anche del diritto all’abitazione, sia in favore della collettività in generale, sia in favore dei soggetti migranti.
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