Riassunto analitico
Il presente elaborato prende in esame la condizione giuridica femminile nell’antica Roma con lo scopo di comprendere meglio quale fosse il contesto sociale in cui viveva la donna romana; per fare ciò, si è deciso di analizzare alcune fattispecie tipiche del diritto romano. Nella società romana, fortemente patriarcale, la mulier era considerata incapace di gestire i propri affari e pertanto, veniva esclusa da tutta una serie di uffici ritenuti prettamente maschili. Da sempre relegata al ruolo di custode della casa, l’unica funzione che costei poteva ricoprire all’interno della società era quella di moglie e madre. Ritenuta inferiore a causa della propria naturale debolezza fisica e della supposta levitas animi, la donna era sottoposta a tutela perpetua, indipendentemente dall’età. Nel corso dell’elaborato si cercherà, quindi, di comprendere quale fosse la posizione giuridica della donna all’interno della familia, quanto la patria potestas incidesse sulla sfera di libertà delle donne romane, e di come queste, una volta sposate, permanessero in una condizione di assoggettamento sotto il marito, in maniera parallela a come accadeva per il pater. Successivamente, si analizzerà la sfera dei diritti patrimoniali, cercando di comprendere in quale misura le donne potessero diventare titolari di diritti reali e di credito, e in che modo ciò potesse accadere dal punto di vista giuridico; in questo si affronteranno le tematiche connesse alla dote e al mondo delle successioni. Infine, si tratterà della tutela mulierum, istituto che, come si vedrà, è capace di rappresentare emblematicamente la condizione giuridica della donna romana. Nel corso della trattazione, dunque, saranno oggetto di esposizione l’origine e la natura giuridica di questo ufficio, nonché il suo mutamento che porterà all’emersione della figura delle donne tutrici.
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