Riassunto analitico
Quando si affronta il rapporto giuridico che intercorre tra Amministrazione finanziaria e contribuente si pensa immediatamente alla situazione ordinaria, ovverosia l’Amministrazione finanziaria come creditrice (soggetto attivo) ed il contribuente come debitore (soggetto passivo). In tale rapporto l’Amministrazione finanziaria (nelle sue varie articolazioni) riveste il ruolo del soggetto giuridico deputato all’applicazione e riscossione dei tributi, mentre il contribuente riveste il ruolo del soggetto giuridico su cui grava l’adempimento dell’obbligazione tributaria, sorta a seguito di determinati fatti o situazioni che vengono riconosciuti dalle norme interne come presupposti d’imposta. Esistono però casi in cui si verifica un’inversione di ruoli rispetto allo schema normale. Tale peculiare circostanza si concretizza nell’oggetto del presente lavoro, ovverosia nell’istituto del rimborso dell’indebito tributario, e cioè quella situazione in cui il contribuente diviene creditore dell’Amministrazione finanziaria (in luogo del suo ruolo ordinario di debitore) in forza del venire meno del presupposto impositivo su cui si era basato il versamento. Il presente lavoro si articolerà su tre capitoli. Il primo capitolo verterà su un’analisi dei fondamenti giuridici dell’istituto del rimborso, nel corso del quale verrà analizzato l’art. 2033 c.c. quale norma giuridica fondante e legittimante il diritto di restituzione in favore del contribuente dell’indebito tributario, per poi proseguire con l’analisi delle due disposizioni costituzionali fondamentali in materia di rimborso (ovverosia l’art. 23 Cost. e l’art. 53 Cost.) a cui seguirà un’illustrazione delle varie cause generatrici di indebito tributario previste dal nostro ordinamento (carenza della norma impositiva, dichiarazione inesatta, dichiarazione di incostituzionalità della norma impositiva, contrasto della norma con il diritto comunitario). Nel secondo capitolo verranno analizzati i diversi procedimenti di rimborso previsti dal nostro ordinamento: in particolar modo saranno affrontati il rimborso delle ritenute dirette e dei versamenti diretti (ex art. 37 del D.P.R. nr. 602 del 29 settembre 1973), il rimborso dei tributi diretti (ex art. 38 del D.P.R. nr. 602 del 29 settembre 1973) e il rimborso di somme mediante il ruolo e d’ufficio. Un ulteriore approfondimento verrà dedicato alle imposte indirette, nell’ambito delle quali verranno trattati i rimborsi IVA (anche nei casi in cui l’imposta sia assolta in altri Stati membri o sia connessa a soggetti non residenti e stabiliti in Italia) nonché i rimborsi connessi all’imposta di registro, all’imposta di bollo, alle imposte ipotecarie e catastali, all’imposta sulle successioni e donazioni e ai tributi locali. Ci si soffermerà poi sulla norma in generale per tali tributi e cioè l’art. 21, comma 2 del D.Lgs. nr. 546/1992, il quale funge da norma di chiusura. Nel capitolo finale si affronterà la questione dell’indebito tributario comunitario, attraverso un ampia disamina di alcuni dei casi più rilevanti sottoposti al vaglio della Corte di Giustizia; nello specifico verranno illustrati due casi in cui la Corte ha dichiarato il contrasto del tributo nazionale con l’ordinamento comunitario (C-228/05 Stradasfalti c. Agenzia Delle Entrate-Ufficio Di Trento e cause riunite C-71/91-C-178/91 Ponente Carni e Cispadana Costruzioni c. Ministero delle finanze) ed un caso ove invece il tributo è stato giudicato compatibile (C-475/03 Banca popolare di Cremona Soc. Coop. A.r.l. c. Agenzia delle Entrate). Verrà altresì affrontata la questione del dies a quo per la proposizione dell’istanza di rimborso di tributi dichiarati in contrasto.
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