Riassunto analitico
Di un diritto internazionale sulla protezione del patrimonio culturale si è iniziato a parlare soltanto a partire dalla seconda metà del XX secolo, quando l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (UNESCO) avviò un ampio movimento convenzionale dal quale ha avuto origine un corpus normativo autonomo in materia. Nel primo capitolo del presente elaborato viene analizzato il ruolo svolto dall’UNESCO in merito alla cooperazione internazionale per la tutela del patrimonio culturale. Istituita il 16 novembre 1945 come agenzia specializzata dell’ONU, l’UNESCO, ai sensi dell’art. 1 del suo Atto Costitutivo, ha come scopo fondamentale quello di: «[...] contribuire al mantenimento della pace e della sicurezza rafforzando la collaborazione tra le nazioni attraverso l’educazione, le scienze e la cultura, al fine di garantire il rispetto universale della giustizia, della legge, dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, a profitto di tutti [...]». Appare evidente un saldo legame tra cultura e protezione dei diritti umani e delle libertà fondamentali, che sono al centro degli obiettivi educativi perseguiti dall’UNESCO. Vengono analizzate le principali modalità attraverso le quali l’Organizzazione cerca di realizzare i suoi scopi e le attività svolte da essa, soprattutto tramite l’operato dei suoi tre organi principali: Conferenza Generale, Consiglio Esecutivo e Segretariato. Partendo dall’analisi del valore della cultura nel sistema UNESCO viene poi esaminato il progressivo rafforzamento della protezione internazionale dei beni culturali, dalla Convenzione dell’Aja del 1954 alla Convenzione UNESCO del 2005 sulla protezione e promozione delle diversità delle espressioni culturali. Nel secondo capitolo viene affrontato il tema centrale dell’elaborato: la Convenzione UNESCO del 1972 sulla protezione del patrimonio mondiale culturale e naturale. L’innovazione più significativa è rappresentata dal fatto che essa costituisce il primo accordo sovranazionale che si propone di salvaguardare il patrimonio mondiale culturale (cultural heritage) e naturale (natural heritage), sancendo l’idea di un “patrimonio comune dell’umanità” che la comunità internazionale ha il dovere di proteggere. Un’attenta e accurata valutazione riguarda in particolare il concetto di “eccezionale valore universale” (outstanding universal value) e i suoi requisiti, nonché il sistema organizzativo istituito dalla World Heritage Convention. Il terzo capitolo, infine, è dedicato ad uno dei siti iscritti nella World Heritage List: il sito UNESCO di Modena costituito dalla Cattedrale, dalla Torre civica e da Piazza Grande. Tale complesso monumentale è entrato a far parte della Lista del Patrimonio Mondiale nel 1997, quando ne è stato riconosciuto lo straordinario valore universale, legato a due personalità di eccezione quali furono l’architetto Lanfranco e lo scultore Wiligelmo.
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