Riassunto analitico
È strano pensare che il nostro nome possa piacerci così tanto, o appartenerci in maniera tale che possa in qualche modo influire sulle nostre decisioni. Partendo proprio da questo pensiero si sviluppa il seguente lavoro. Il presente elaborato, si focalizza infatti sull’importanza del nome proprio e su come questo possa influenzare le nostre scelte di vita come la carriera, il partner o il paese dove viviamo, e allo stesso modo le scelte di consumo. Il nostro nome ci appartiene, ci accompagna per tutta la vita e ci permette di avere un’identità. Questo lavoro si concentra sulle ricerche in merito a questo argomento per capire come il nostro nome può condizionare le nostre scelte e quali sono i meccanismi alla base di questo effetto definito, per primo da Nuttin nel 1977, come Name Letter Effect. Per molti, moltissimi anni, poche sono state le ricerche che hanno deciso di approfondire questi effetti relativi alle lettere del proprio nome, almeno fino agli anni 2000. Questo elaborato offre un excursus dei risultati più rilevanti delle ricerche condotte sul name letter effect e sulla sua influenza al fine di cercare di capire come questo possa, e venga applicato dai brand nelle strategie di consumo. In particolare ho analizzato nel dettaglio le campagne del 2013 di due brand leader del proprio settore e due prodotti globali, Coca-cola e Nutella che sembrano basare proprio su questo effetto la loro strategia comunicativa. Si tratta delle campagne pubblicitarie “Condividi una Coca-Cola” e “Nutella sei tu”. Queste due campagne hanno fatto discutere molto, sia per la loro somiglianza, ma soprattutto per la loro efficacia. Segnano una svolta rivoluzionaria dove il consumatore diviene parte integrante dell’identità del brand, diviene parte del brand stesso. Il nome del brand lascia il posto a quello dei suoi fruitori, i consumatori o come coca cola stessa li definisce i suoi fan. Il confronto fra queste due strategie ha permesso di capire e di mettere in luce similitudini e differenze, nonostante entrambe facciano leva su un aspetto che noi amiamo, irrinunciabile, il nostro nome. Inoltre questo lavoro, pone l’accento sull’importanza del narcisismo inconscio che ci appartiene e fa parte di noi. Amiamo ciò che è familiare, simile a noi, che conosciamo, che riflette in qualche modo una parte profonda di noi stessi.
|
Abstract
It is so strange to think that we like so much our own name, or that it belong to us in such a way that it can influence our decisions in any way. This thought was the starting point for the develop of this work.
The present paper, in fact, focuses on the importance of our own name and how this can affect our lifestyle choices such as career, partner or the country where we live, and at the same time either our consumption choices. Our name belongs to us, we carry it throughout our lives and it allows us to have an identity. This work focuses on this topic in order to understand how our name can affect our choices and what are the mechanisms behind this effect, which was first defined “Name Letter Effect” by Nuttin in 1977.
For many, many years there have been only few researches that have decided to discover these effects related to the letters of their name.
This paper offers an overview of the most relevant results of the researches conducted on the “Name letter effect” and its influence, in order to try to understand how this could be applied from the brands in theirs consumer strategies.
In particular I had analyzed in detail the 2013 campaigns of two leading brands and two global products, Coca-Cola and Nutella that seem to center their communication strategy on this effect. These are the. The two advertising campaigns "Share a Coca-Cola" and "Nutella sei tu" had made a lot of discussion, both for their similarity, but above all for their effectiveness. They mark a revolutionary breakthrough where the consumer becomes an integral part of the brand identity, becomes part of the brand itself; the name of the consumers take the place of the own brand name, consumers as Coca-Cola itself defines its fans.
The comparison between these two strategies has allowed us to understand and to highlight similarities and differences, despite both strategies levering on an aspect that we love, our own name that cannot be renounced.
Furthermore, this work emphasizes the importance of the unconscious narcissism that belongs to us and is part of us. We love what is familiar, similar to us, that we know, that in some way could reflect a deep part of ourselves.
|