Riassunto analitico
Questa tesi si prefigge l'ambizioso compito di dimostrare l'imprescindibilità del ragionamento analogico per il mondo del diritto. Nel raggiungere tale obbiettivo si tenta di definire la struttura e il ruolo dell'analogia giuridica. Seguendo una metodologia rigorosa si parte da una dimensione sintattica nella quale vengono esposte le forme logiche del ragionamento e la struttura dell’analogia. Appoggiandosi alla logica, che ha già ottenuto un certo riconoscimento nella cultura giuridica, si introdurrà la struttura dell’analogia e si mostrerà come questa sia razionale e paragonabile alle strutture inferenziali esposte, anche se, per la sua intrinseca complessità, non può venir completamente ricondotta alla logica intesa come teoria delle inferenze valide. Si procede, poi, con una dimensione semantica dove si ha riguardo per le funzioni dell’analogia nel ragionamento e in particolare in quello giuridico. Si espone la diversità delle ricostruzioni interpretative che le giurisprudenze di Common Law e Civil Law forniscono, oltre a evidenziare l’importanza propria dello strumento analogico in entrambe. Nell’ultima dimensione, quella pragmatica, si porta a sostegno di questa trattazione una serie di sentenze rilevanti contenenti al loro interno un limpido ragionare per analogia. A conclusione di questa tesi si riflette sui concetti di ‘sfondo’ e di ‘conoscenza’ nei quali la scienza giuridica rientra, insieme alle altre forme del sapere, e si constata come l’analogia sia lo strumento ideale per mediare tra conoscenza e realtà, quindi il mezzo d’eccellenza per la normazione del reale.
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