Riassunto analitico
L’elaborato si occupa di tracciare un ampio quadro sul fenomeno della violenza endofamiliare, attuata dai genitori a danno dei figli minori, analizzando le norme penali che lo contrastano e i vari aspetti psicologici che lo caratterizzano. Il primo capitolo è dedicato allo studio della fenomenologia della violenza, partendo da un’analisi ampia del concetto generico, fino alla perimetrazione delle sue specifiche manifestazioni, quali la violenza fisica, sessuale, psicologica e la trascuratezza. Si pone, inoltre, attenzione sulle conseguenze psicologiche e traumatiche che la violenza arreca al minore, impedendo il suo armonico sviluppo psico-fisico e aumentando il rischio di possibili atteggiamenti devianti in età adolescenziale e adulta. Il secondo capitolo si occupa, invece, di analizzare e studiare le molteplici norme del codice penale, che possono essere richiamate e utilizzate, in sede di giudizio, per la tutela del minore, soggetto passivo di reato. Tutte le fattispecie delittuose, ivi inserite, sono accumunate dalla natura violenta delle condotte costituenti reato, giacché l’agente agisce, di volta in volta, con alcune delle modalità violente, che si sono richiamate nel capitolo precedente. Il terzo ed ultimo capitolo esamina le ipotesi delittuose che, sebbene inserite nel codice penale per la tutela dei più disparati beni giuridici, producono nel minore effetti psico-traumatici di notevole rilevanza. L’interrogativo che si pone è se le condotte costituenti codeste fattispecie criminose, pur non essendo riconducibili alle forme tipiche di violenza diretta sul minore, possono essere penalmente sussunte sotto il concetto, noto alla dottrina psicologica, di violenza morale indiretta. Nel tentativo di rispondere esaustivamente a questa domanda, si richiamano alcuni principi cardine del diritto penale e s’ipotizza l’introduzione di una norma apposita, che possa tutelare il minore contro ogni atto lesivo della sua integrità morale.
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