Riassunto analitico
Fin dai primi tempi l’essere umano è vendicativo con chi sbaglia. Dalla fine del XVIII secolo in particolare tale comportamento sociale ha preso le sembianze del carcere. La pena detentiva è infatti, ad oggi, il principale strumento giuridico in risposta al reato. Essa tuttavia è concepita allo stesso tempo come un momento vuoto della vita di un uomo perché l’importante è pagare per l’errore commesso. Quando invece dovrebbe rappresentare uno dei momenti più importanti di quella vita. L’obiettivo del presente lavoro è quello di testimoniare come, l’umanità dei detenuti da un lato, e gli strumenti giuridici esistenti nell’ordinamento dall’altro, siano i due pilastri fondamentali sui quali poggiare una revisione sociale della concezione della pena. Per fare ciò la ricerca passa attraverso l’opportunità fondamentale dei detenuti che si reinseriscono nella società: il lavoro. Un elemento che rieduca e permette di crescere in impegno, socialità, autorealizzazione, fiducia e responsabilità.
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