Riassunto analitico
Negli ultimi anni, grazie anche alla pandemia da COVID-19 che ha duramente colpito l’economia mondiale, si sente sempre di più parlare di crisi economica, di imprese che sono costrette a chiudere e dichiarare fallimento, startup che faticano ad emergere sebbene il prodotto o l’idea di base sia interessante. I governi di tutto il mondo cercano di attuare misure di contenimento della crisi aiutando le imprese con incentivi, sgravi fiscali e misure studiate ad hoc. In questo scenario si è voluta porre l’attenzione al mondo delle startup cercando di capire ed individuare i problemi che queste incontrano più frequentemente individuando una ipotetica via di uscita grazie ad una metodologia manageriale piuttosto nuova che promette, grazie alla sperimentazione continua, una crescita rapida: il growth hacking. Il growth hacking è “figlio” della metodologia lean startup che tanto ha aiutato le imprese e le startup nel corso degli ultimi anni a crescere e svilupparsi nonostante le condizioni avverse del mercato. Questa tesi parte da uno studio redatto dal Politecnico di Milano sulle startup digitali e sull’applicazione del metodo lean startup, infatti, partendo da questo lavoro, si è deciso di ampliarlo focalizzando l’attenzione al metodo growth hacking e analizzando casi non solo di startup digitali per dimostrare la validità del metodo anche per startup non digitali. I settori presi in considerazione spaziano dalla consulenza al food, dalla musica alla finanza, all’intrattenimento ecc. Questa tesi è composta da tre capitoli: - Il primo è incentrato sul mondo delle startup ne propone una panoramica a livello nazionale, ne definisce gli aspetti principali per poi concentrarsi maggiormente sul ciclo di vita delle startup, sulla metodologia lean startup ed infine su come queste si possono finanziare. - Nel secondo capitolo, invece, l’attenzione è tutta sulla metodologia growth hacking, sul processo, la sperimentazione, la crescita, il mindset e l’efficacia. Per completare si propongono alcuni casi studio sia italiani che stranieri di startup non digitali che applicando il growth hacking hanno raggiunto risultati molto importanti affermandosi sul mercato. - Il terzo capitolo è incentrato sullo studio vero e proprio al quale hanno partecipato 78 startup italiane, sulla metodologia di indagine e quindi sulle analisi che ne conseguono. La seconda parte del terzo capitolo si concentra sull’analisi qualitativa delle interviste fatte in un secondo momento agli startupper che hanno dato la disponibilità. Queste interviste sono volte ad indagare e chiarire ancora meglio gli aspetti emersi dall’analisi quantitativa presentata nel capitolo precedente. - Infine le conclusioni con una spiegazione dettagliata dei risultati di ricerca. Si evidenziano per completezza anche i limiti e i possibili ampliamenti dello studio stesso.
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