Riassunto analitico
La tesi, intitolata “Il potere di autotutela dell'Amministrazione finanziaria”, approfondisce l’istituto dell’autotutela all’interno del diritto tributario. Essa può essere inquadrata nell’ambito del potere riconosciuto in capo all’Amministrazione Finanziaria di riesaminare e disporre l’annullamento di atti già emanati, perché considerati viziati e lesivi per l’ordinamento in generale. Inizialmente la tesi delinea l’evoluzione storica dell’istituto e il suo fondamento giuridico all’interno del diritto amministrativo, per poi focalizzarsi sulla materia fiscale, dove questo potere si inserisce tra elementi di vincolatezza e discrezionalità. Come noto, l’Amministrazione finanziaria, in base a quanto stabilito dalla Costituzione, con riferimento agli artt. 23, 53 e 97, deve agire seguendo le disposizioni di legge, nel rispetto della capacità contributiva dei cittadini, e assicurando nel contempo anche il buon andamento e l'imparzialità degli uffici. Pur essendo in generale l’attività degli uffici un’attività vincolata, l'istituto dell'autotutela rientra per certi versi all’interno dell’azione discrezionale dell’Amministrazione ed è finalizzato a perseguire l'interesse pubblico di ripristino della legalità, violata dall’atto che risulta viziato. Dopo la disamina dei principi e delle disposizioni generali applicabili all'istituto, la tesi si focalizza sull'ampio dibattito di dottrina e giurisprudenza, che nel corso degli anni ha caratterizzato questo potere, portando spesso a orientamenti differenti e contrastanti in ordine alla natura discrezionale o vincolata dell’istituto e ai presupposti necessari che ne giustificano l’utilizzo. In seguito, viene approfondito il rapporto tra la discrezionalità dell’Amministrazione di procedere in autotutela e la posizione del contribuente, che ha la possibilità di presentare agli uffici un’istanza di riesame, con la quale chiedere l’attivazione della procedura di annullamento dell’atto viziato. Su tale questione dottrina e giurisprudenza hanno condiviso posizioni differenti, in particolare sulla doverosità dell’Amministrazione di attivarsi e di prendere in esame l’istanza anche alla luce della L. n. 241/1990 sul procedimento amministrativo. In particolare, risulta delicata e complessa la questione della possibilità per il privato di impugnare la decisione presa dall'Amministrazione, frutto di una valutazione discrezionale fatta sul caso concreto. Di particolare problematicità è il caso del diniego espresso o tacito di autotutela, sul quale giurisprudenza e dottrina si sono “scontrate”, senza essere riuscite ancora ad arrivare ad un punto di incontro, vista anche la mancanza di un'espressa previsione legislativa. Da ultimo, l'elaborato tratta dell’esercizio dell'autotutela all'interno del processo tributario, analizzando le principali questioni processuali derivanti dall’applicazione dell’istituto, nonché, in specie, la posizione dell'Amministrazione che decide di esercitare il potere di riesame durante la fase giudiziale.
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