Riassunto analitico
Il cuore è un organo complesso e può essere influenzato sfavorevolmente da molte terapie farmacologiche, comprese quelle utilizzate per i trattamenti delle stesse patologie cardiache. Alcune delle malattie cardiache più frequentemente indotte da farmaci sono cardiopatie ischemiche,cardiomiopatie e aritmie. Un numero consistente di farmaci utilizzati per diverse patologie danno origine ad un'aritmia clinicamente importante, la torsione di punta. Una notevole attenzione va posta sulla gran parte dei chemioterapici che può danneggiare le strutture cardiovascolari, ma solo per alcuni di essi le conseguenze cliniche impongono precauzioni particolari. Gli antiaritmici, suddivisi in quattro classi, possono causare svariati effetti collaterali: fra i più comuni nausea, vomito e diarrea. Le antracicline sono molto attive ma gravate da una notevole cardiotossicità, spesso mortale. Il loro utilizzo esige pertanto sia una valutazione dei fattori di rischio presenti prima dell’inizio del trattamento sia un attento monitoraggio della funzionalità cardiaca durante ed al termine dell’iter terapeutico. Inoltre, sono riportati danni cardiaci legati ad altri chemioterapici (ciclofosfamide, cisplatino, 5-fluorouracile,taxani), all’utilizzo di modulatori ormonali e, più recentemente, all’introduzione delle cosiddette “terapie mirate”. Tra esse, il trastuzumab può comportare quadri di diversa gravità di insufficienza cardiaca congestizia, specie in associazione alle antracicline e/o ai taxani. Il bevacizumab (un anticorpo che si lega al fattore di crescita endoteliale) determina uno stato ipertensivo, mentre l’imatinib può determinare disfunzioni ventricolari più o meno importanti. Il miglioramento delle tecnologie diagnostiche e delle nostre conoscenze sui fattori di rischio, consentono l’individuazione dei pazienti più a rischio e l’adozione di presidi terapeutici adeguati, tra i quali anche la sospensione del farmaco in causa. L'obbiettivo di tale tesi e approfondire i meccanismi d’ azione di varie classi di farmaci, in particolare i digitalici, constatandone la tossicità a livello del miocardio con una nota attenzione sulle possibilità di prevenzione di tale cardiotossicità.
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