Riassunto analitico
In questa sede, verrà effettuata una comparazione tra la soluzione di matrice europea e la tradizione statunitense, con l'obiettivo di mostrare entrambi i percorsi effettuati, evidenziandone finalità ed effetti. Verranno pertanto trattati, all'interno della prima parte, i profili che caratterizzano l'evoluzione della normativa europea adottata dall'ordinamento italiano, prestando particolare attenzione alle fattispecie di reato perseguite e agli interessi pubblici oggetto di tutela. Nella seconda parte verranno illustrate le origini e gli obiettivi della normativa statunitense, considerata all'avanguardia nell'ambito della repressione delle condotte di abuso di mercato, attraverso un'analisi delle principali sentenze che ne hanno determinato lo sviluppo, in modo tale da fornire un quadro dettagliato dell'impostazione adottata e delle teorie che hanno contribuito a determinarla. A questo proposito, infatti, il rigore adottato dagli Stati Uniti nel punire e scoraggiare attività di insider trading, testimoniato in larga parte dall'entità delle sanzioni (pecuniarie e non) comminate nei confronti dei soggetti colpevoli, si dimostra un perfetto termine di paragone cui confrontare le soluzioni adottate dall'ordinamento europeo nonché dall'Italia stessa. Infine, all'interno della trattazione riservata all'ambito civilistico verrà evidenziato come l'ordinamento italiano si presenti ancora una volta piuttosto arretrato in confronto a quello nordamericano, evidenziando tuttavia la volontà del primo ad eguagliare il grado di tutela civile offerta dagli Stati Uniti ai singoli investitori, introducendo nel proprio ordinamento rimedi finalizzati a colmare questo vuoto di tutela. Testimonianza in tal senso è rappresentata dalla recente introduzione all'interno dell'ordinamento italiano dell'azione collettiva, istituto chiaramente ispirato al rimedio della class action statunitense, ma ancora soggetto a molti problemi circa le sue concrete potenzialità applicative nei confronti degli abusi di mercato.
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