Riassunto analitico
Questo elaborato ha lo scopo di analizzare la condizione degli individui transgender e le difficoltà che quest’ultimi affrontano all’interno di differenti contesti sociali e istituzionali; in particolar modo, le aree considerate sono quella scolastica, lavorativa e penitenziaria. I risultati ottenuti da questo studio evidenziano la mancanza di inclusività nella società moderna, la quale non accoglie il diverso, ma anzi lo addita come sbagliato, causando emarginazione e discriminazione. L’attività di ricerca proposta è stata svolta mediante lo studio di testi accademici e dottrinali - reperiti anche grazie alla collaborazione con il Centro Documentazione LGBT+ Flavia Madaschi di Bologna e l'Università di Maynooth - e l'analisi approfondita della normativa internazionale, europea, italiana e, per quanto riguarda il terzo capitolo, britannico-irlandese. Il primo capitolo si concentra sul percorso scolastico-accademico dello studente transgender. Quest'ultimo dall'infanzia sino all'università si interfaccia con differenti sfide, alcune delle quali sono: l'emarginazione sociale, il bullismo transfobico e, più in generale, tutte quelle etichette divisive che sin dalla più tenera età inducono i bambini a ricoprire ruoli ben precisi, i quali risultano essere semplicemente uno stereotipo portato avanti dalla cosiddetta "concezione tradizionalista". Nella legislazione internazionale ed europea si possono riscontrare numerose disposizioni a tutela di questi soggetti, le quali ci si augura diventino spunto per il legislatore statale. Difatti la normativa italiana, in materia di tutela dei minori transgender, risulta piuttosto scarna, probabilmente a causa della novità della tematica o della volontaria decisione di non riconoscerla come problematica; tuttavia, fa eccezione la regolamentazione della carriera alias, la quale è stata opportunamente istituita per far sì che gli studenti possano essere chiamati con il proprio nome di elezione negli ambienti educativi. Il secondo capitolo tratta della condizione dei lavoratori transgender e, ancora una volta, risulta fondamentale la normativa sovrannazionale, poiché quella nazionale si configura piuttosto esigua. Le problematiche principali che si riscontrano in questo ambito riguardano le discriminazioni dirette e indirette che la comunità transgender subisce, sia durante la fase di accesso al mondo del lavoro sia durante il rapporto lavorativo stesso; queste dichiarazioni sono supportate dall’esposizione di alcune controversie giurisprudenziali, le quali dimostrano la difficoltà per la comunità transgender impiegata di condurre una vita lavorativa normale. Tuttavia, esistono alcuni punti positivi: strumenti giuridici appannaggio dei lavoratori, interventi inclusivi di associazioni e sindacati, e indici di inclusività delle aziende, che conferiscono a questi soggetti qualche tutela in più. Il terzo capitolo affronta il contesto carcerario e si sofferma sulle difficoltà che gli individui transgender, sia in Italia che nella realtà britannico-irlandese, vivono all’interno di esso. Il carcere risulta essere un luogo particolarmente rigido, in cui il detenuto è posto in una condizione di vulnerabilità. A quest’ultima, nel caso della categoria in oggetto, si aggiunge la vulnerabilità che deriva dalla quasi totale invisibilità agli occhi del sistema penitenziario. La parte iniziale di questo capitolo esamina la condizione soggettiva dei detenuti transgender, soffermandosi sulle minacce psicologiche a cui questa categoria è esposta. La parte centrale analizza le modalità di gestione di questi individui da parte del sistema carcerario, soffermandosi sulla problematica del collocamento, sul trattamento penitenziario e medico riservato a questa categoria, e sulla necessità di permettere a quest’ultima il proseguimento del trattamento ormonale. A fine capitolo, sono presentate alcune buone prassi adottate e adottabili.
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