Riassunto analitico
Il seguente lavoro nasce con l'obiettivo di analizzare la responsabilità amministrativa degli enti a seguito dell’entrata in vigore del d.lgs. 231/2001 che ha rappresentato uno degli eventi più significativi e “rivoluzionari” degli ultimi decenni. Da allora in avanti l’ente è stato direttamente coinvolto nella gestione del rischio e nelle connesse responsabilità. In particolare, vengono esaminate le criticità che la disciplina prevista dal Sistema 231 riscontra in relazione ai reati colposi con l'introduzione del reato-presupposto di cui all’art. 25-septies d.lgs. 231/2001 (introdotto dal d.lgs. 81/2008 c.d. “Testo Unico Sicurezza sul Lavoro”) che prevede una responsabilità dell’ente nel caso in cui l’omicidio colposo ex art. 589 c.p. e le lesioni gravi o gravissime di cui all’art. 590 comma 3, c.p. siano state commessi in violazione delle norme poste a tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro da soggetti c.d apicali ovvero subordinati, appartenenti alla compagine della società, nell’interesse o a vantaggio dell’ente stesso. Il presente lavoro, focalizza l’attenzione sulla responsabilità amministrativa degli enti ex d.lgs. 231/2001 e il rapporto di tale normativa con la sicurezza sul lavoro. Si analizzano inoltre le caratteristiche dell'organismo di vigilanza e del modello di organizzazione e gestione il quale, se adottato ed efficacemente attuato, rappresenta un valido strumento di gestione e di prevenzione del rischio reato nonché un’esimente ai fini della responsabilità della società. Infine, vengono esaminate le peculiarità del modello di organizzazione e gestione di cui all’art. 30 del d.lgs. 81/2008 previsto specificatamente nel contesto della sicurezza sul lavoro in rapporto al generale modello organizzativo di cui al d.lgs. 231/2001.
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