Riassunto analitico
La presente tesi ha ad oggetto la relativamente nuova dottrina di Joint Criminal Enterprise quale nuova forma di concorso di persone nel diritto penale internazionale. Questa branca del diritto penale internazionale, ancora oggi rudimentale, si connota per la presenza di crimini quali genocidio, crimini di guerra, crimini contro l’umanità, che per loro natura, hanno una dimensione massiva tale da implicare la partecipazione di un numero molto elevato di individui. Proprio in ragione del contesto di massa in cui i crimini si svolgono, è assai difficoltoso per i giudici individuare l’esatta responsabilità del singolo e di conseguenza valutare una giusta condanna. Per questo motivo le corti penali internazionali hanno tentato negli ultimi anni di elaborare nuove teorie concorsuali in grado di riflettere la complessità del fenomeno della criminalità collettiva, tra cui spicca la dottrina di Joint Criminal Enterprise elaborata principalmente dal Tribunale per la ex Jugoslavia. Scopo della presente tesi è quello di evidenziare le caratteristiche di questa nuova dottrina evidenziandone i suoi punti di forza ed i suoi limiti, paragonandola ad altre forme concorsuali più consolidate nella giurisprudenza internazionale, non prima di aver fornito al lettore una visione d’insieme su di queste ultime. Alla luce dell’analisi di questa forma concorsuale, questa tesi prende ad esempio un rilevante caso di genocidio avvenuto alla fine dello scorso secolo: il genocidio di Srebrenica, avvenuto nel luglio del 1995 durante la guerra in Bosnia per mano dell’esercito serbo. Proprio per le sue caratteristiche di crimine a dimensione massiva, una molteplicità di individui è stata processata e condannata dal Tribunale per la ex Jugoslavia per i crimini commessi al tempo del genocidio. Inoltre, la presente tesi andrà a valutare tutte le principali condotte e condanne degli imputati alla luce della dottrina di Joint Criminal Enterprise.
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