Riassunto analitico
Le ricadute che le criptovalute possono avere sul piano giuridico possono essere numerose. In particolare, l’approfondimento che ho sviluppato verte sul rapporto tra le criptovalute e il riciclaggio, l’abusivismo finanziario e la responsabilità amministrativa da reato degli enti. Le criptovalute, nate solo nel 2008, rappresentano un’innovazione tecnologica che sfrutta la tecnologia della blockchain, e a oggi rappresentano un fattore di dibattito sopra molti aspetti rilevanti per lo Stato e le autorità nazionali e europee. In questo lavoro, dopo una sintetica analisi della natura delle criptovalute, quindi della blockchain e di quei soggetti che operano in questo mercato, ho approfondito l’importante e complesso inquadramento giuridico nell’ordinamento italiano e europeo. Nel nucleo centrale dell’elaborato, ho esaminato il riciclaggio, le possibili relazioni tra le valute virtuali e i reati di cui agli artt. 648 bis, 648 ter e 648 ter.1 c.p. Al fine di verificare se l’acquisto di valute virtuali effettuato con denaro di provenienza illecita può integrare il delitto di riciclaggio, ho considerato la possibile sussumibilità nelle fattispecie previste dal codice penale e ho sviluppato l’analisi di differenti ipotesi di acquisto di criptovalute. L’esito risulta che in astratto potrebbero configurarsi il delitto di riciclaggio, impiego di denaro e autoriciclaggio. Ciò perché, a seguito di delitto non colposo, potrebbero realizzarsi gli elementi tipici del riciclaggio, quali la sostituzione del denaro provento di reato con un altro bene (criptovalute), e la sua idoneità a ostacolare l’identificazione della provenienza illecita dei beni riciclati. Come conseguenza dell’utilizzo di valute caratterizzate da un alto grado di anonimato ho approfondito la tematica che lega le criptovalute al terrorismo, in particolare considerando la possibilità che esse siano sfruttate come modalità di finanziamento. Le ripercussioni che questo sistema nuovo ha sull’ordinamento, non si fermano agli aspetti finora evidenziati, dal momento che involgono anche aspetti di “diritto penale generale”. Infatti, a seguito dell’esame di una recente sentenza della Cassazione riguardante l’abusivismo finanziario commesso da un portale di compravendita di valute virtuali, ho affrontato la annosa e dibattuta questione del divieto di analogia in malam partem in ambito penale. Quindi tramite lo sviluppo di soluzioni dottrinali al problema ho cercato di identificare un possibile confine tra interpretazione estensiva e analogia. Inoltre, le società che si occupano di cambiavalute (da euro a bitcoin per esempio) e portali che offrono servizio di portafoglio, in quanto tali, sono soggetti agli obblighi derivanti dal d.lgs. 231 del 2001. Perciò, ho esaminato il sistema della responsabilità amministrativa da reato delle persone giuridiche in relazione a quei soggetti che offrono servizi inerenti valute virtuali e non. In particolare quindi ho confrontato l’interesse e il vantaggio derivante dal riciclaggio mediante cripto valute e i modelli organizzativi, di gestione e controllo necessari alla società per inibire il rischio di riciclaggio, prendendo in esame anche il d.lgs. 231 del 2007. Infine ho sviluppato l’analisi dei principali mezzi di ricerca della prova in ambito informatico, secondo le moderne dottrine in ambito di computer forensics e “bitcoin forensics”.
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