Riassunto analitico
I cambiamenti sociali intervenuti negli ultimi decenni hanno reso gli strumenti di analisi dell’economia meno efficaci e troppo parziali. Misurare esclusivamente la ricchezza anziché il benessere degli individui significa svolgere analisi particolari e non insiemistiche, significa, in sostanza, strutturare teorie complesse su dati semplici e limitati, avere una visione incompleta della realtà. Uno stato ricco e produttivo, dove la ricchezza risulta polarizzata, dove i livelli di istruzione sono scarsi, dove non vi è un accesso egualitario alla salute, dove non si curano gli interessi extra-lavorativi degli individui e le relazioni sociali, dove l’impatto ambientale è subordinato all’industrializzazione, dove si trascura il patrimonio culturale e artistico, e la ricerca ed innovazione sono perennemente messe in secondo piano, è uno stato privo di futuro. Occorre de-strutturare e ricomporre una nuova visione del mondo adeguata ai cambiamenti. Per un cambio di paradigma, bisogna innanzitutto cambiare gli strumenti con il quale si analizza il mondo, bisognerebbe andare oltre il PIL, guardare più allo sviluppo che alla crescita, implementare politiche rivolte al benessere dei cittadini più che alla produzione. È necessario favorire azioni che diano vita a una società collaborativa e altruistica fondata sulla fiducia e sull’aiuto reciproco, una società che valorizzi le relazioni e i luoghi, non incentrata sulle performances, sulla competizione tra individui, sull’idea del primeggiare intesa come scopo del sopraffare gli altri piuttosto che come obiettivo a dare il meglio di sé. Occorre dar vita ad una società collettivista e non individualista. Su questo presupposto, sull’idea che i rapporti di reciprocità e le relazioni sociali in generale producano benessere e così valore economico e sociale, cioè generano capitale sociale inteso come “quell’insieme di caratteristiche dell’organizzazione sociale, quali la fiducia, la solidarietà, la tolleranza, le consuetudini, le norme di reciprocità e le reti di impegno civico che possono aumentare l’efficienza della società facilitando il coordinamento delle azioni individuali e l’azione collettiva”, si è sviluppata questa ricerca con l’obiettivo di comprendere come gli agenti promotori di questi valori all’interno della società, in particolare le Fondazioni di origine bancaria (FOB), influenzino la produzione di capitale sociale e così lo sviluppo economico locale. La riflessione sul ruolo e sugli effetti del capitale sociale hanno ampliato enormemente confini e le applicazioni di questa materia rendendo particolarmente complicato il processo di misurazione. Come sostenuto dall’approccio mainstream i campi di misurazione del capitale sociale riguardano tematiche quali: lo sviluppo locale, l’ambiente, l’educazione, la salute pubblica, la tensione all’innovazione, la prevenzione del crimine e la performance delle istituzioni, tutti settori nel quale le FOB operano immettendo risorse e promuovendo progetti. Obiettivo di questo studio è determinare un indice sintetico di capitale sociale calcolato attraverso un set di variabili riconducibili ai settori di intervento della Fondazione di Sardegna, stimare l’impatto che le risorse erogate dalla Fondazione hanno sul capitale sociale regionale e analizzare se esista una correlazione positiva tra l’attività della Fondazione e lo sviluppo economico locale.
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