Riassunto analitico
I reati sessuali rappresentano, attualmente, uno dei reati più efferati, che priva la vittima della propria dignità e del proprio senso di sicurezza. La riduzione di questo genere di reati risulta essere quindi uno degli obiettivi principali di quasi tutti gli Stati europei e non. Nel primo capitolo ho analizzato l’evoluzione legislativa europea soffermandomi principalmente sulla situazione italiana, partendo dal codice Zanardelli che considerava tali reati come “Delitti contro il buon costume e l’ordine pubblico”, passando per le innovazioni apportate dal Codice Rocco, arrivando poi ai giorni nostri dove le norme che puniscono i rei sessuali sono molteplici e, soprattutto, numerose sono le disposizioni dettate a tutela della vittima del reato, in particolare ricordiamo il c.d.Codice Rosso. Il secondo capitolo è dedicato allo studio di due aspetti che caratterizzano un gran numero di rei sessuali: il diniego e la recidiva. La categoria di autori di reati sessuali risulta in realtà essere molto più eterogenea di quanto si possa immaginare, ma tutte le sottoclassi sono accomunate da episodi di diniego o minimizzazione del fatto; queste due dimensioni dipendono dai c.d. processi criminogenici e di rispondenza. Altro problema rilevante è il rischio di recidiva, che per questo genere di rei è pari al 17,3%. Ridurre questo rischio e rieducare il reo è quindi un passaggio importante per ridurre il numero di reati sessuali. La II Casa di reclusione di Milano Bollate, cui è dedicato il terzo capitolo, grazie al trattamento riservato ai suoi detenuti, riporta una riduzione della recidiva che per i soggetti trattati passa al 3%. In questo contesto viene, prima, valutato il grado di diniego, la personalità e il rischio di recidiva di ciascun detenuto e, successivamente i soggetti vengono sottoposti ad un periodo di prova che mira ad accertare la loro volontà a partecipare al trattamento. In questo contesto i detenuti sono liberi di girare nei locali presenti nella struttura senza essere costantemente sorvegliati, devono partecipare a gruppi trattamentali volti a modificare le loro preferenze sessuali, a rieducarli e a migliorare le loro abilità sociali. In Europa il progetto trattamentale di Bollate non è l’unica esperienza diretta a ridurre il rischio di recidiva e a concretizzare il principio di rieducazione del reo. A seguito della Convenzione di Istanbul, grazie anche al lavoro svolto dal GREVIO, in diversi Stati Europei, come approfondito nel capitolo quattro, sono stati istituti diversi programmi trattamentali che hanno come scopo principale la rieducazione del reo e il suo reinserimento in società; ne sono alcuni esempi il Relapse Prevention in Spagna, il Centre National d’Observation in Francia e il Centre de Recherche-Action et de Consultations en Sexocriminologie in Belgio. Anche gli Stati Uniti hanno, ormai da tempo, prestato interesse nei confronti della tutela delle vittime di reati sessuali e di violenze domestiche; di particolare rilievo sono il centro di Rocher-Percé in Canada e il modello Duluth in Minnesota. Altro argomento attualmente largamente dibattuto è la castrazione chimica, ossia un trattamento farmacologico che mira a ridurre le fantasie sessuali e la produzione di testosterone così da ridurre il rischio di recidiva. Sono 13 gli Stati Europei e 7 quelli americani ad averla adottata. Nonostante questo trattamento possa portare ad una riduzione della recidiva, in concreto aumenta il rischio di atti di violenza diversi da quelli sessuali, i casi di omicidio e i casi di violenze sessuali attuate tramite l’utilizzo di oggetti. I farmaci antiandrogeni utilizzati non sono inoltre privi di gravi conseguenze e provocano, talvolta, anche effetti non reversibili.
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