Riassunto analitico
La tesi analizza il tema della responsabilità del vettore marittimo di persone per i danni derivanti da morte o lesioni personali del passeggero. In un primo capitolo, di matrice storica, viene delineato un quadro riguardante le fonti normative previgenti al codice della navigazione: dalle prime lacunose codificazioni del 1865, al codice di commercio del 1882 con le relative teorie formulate dalla dottrina e dalla giurisprudenza, sino a giungere ad un approfondimento della L. n. 23 del 31 gennaio 1901 concernente il trasporto oceanico e la responsabilità del vettore di emigranti. Il capitolo successivo è volto ad esaminare il regime di responsabilità vettoriale dettato dal codice della navigazione, riservando particolare attenzione alle questioni che hanno costituito terreno per un ampio dibattito dottrinale e giurisprudenziale. L'ultima sezione è dedicata alla disciplina di diritto uniforme, la cui fonte preminente risiede nella Convenzione di Atene del 1794, che è stata, in seguito, oggetto di profonda revisione ad opera del Protocollo di Londra del 2002. Viene, inoltre, messa in luce la posizione dell'Unione Europea, che, con il Regolamento (CE) n. 392/2009, ha recepito le norme della Convenzione, così come modificata dal Protocollo. Preme altresì evidenziare come, in Italia, solamente negli ultimi anni sia avvenuta una svolta: difatti, risale al 31 dicembre 2012 l'entrata in vigore del suddetto Regolamento comunitario. Anche nel nostro ordinamento, pertanto, è stata introdotta una disciplina della responsabilità del vettore marittimo di persone modellata sulle disposizioni della Convenzione emendata dal Protocollo di Londra.
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