Abstract
LA DISCIPLINA GIURIDICA DEL DOPING NEL CONTESTO DELLA COLLOCAZIONE MULTILIVELLO DELLE SUE FONTI
La presente Tesi è incentrata attorno all’attività normativa in tema di doping, fenomeno purtroppo molto diffuso nel mondo dello sport sia agonistico che dilettantistico.
Nonostante l’uso da parte degli atleti di sostanze in grado di migliorare le prestazioni sportive costituisce una pratica molto antica, nel corso del ventesimo secolo, la spettacolarizzazione di molte discipline sportive ha accresciuto sotto molti aspetti l’importanza del fenomeno anche in ragione dell’evoluzione tecnologica che ha consentito alla scienza farmacologica e medica di fare enormi progressi in materia.
Nel Primo Capitolo sono stati delineati i rapporti tra ordinamento statale e ordinamento sportivo, per poi trattare tutte le fonti del diritto che nel tempo si sono occupate di doping. In particolare, sono state trattate le fonti internazionali e comunitarie come la Convenzione di Strasburgo del 1989 e la Convenzione dell’Unesco del 2005. Per quanto riguarda le fonti nazionali, invece, è doverosa stata un’analisi dei riferimenti costituzionali (artt. 2, 3, 18 e 32 Cost.) e la conseguente ripartizione di competenze tra Stato e Regioni in tema di ordinamento sportivo. Protagonista delle fonti ordinarie è stata certamente la legge n. 326/2000, “Disciplina della tutela sanitaria delle attività sportive e della lotta contro il doping”, che per la prima volta ha trattato in maniera organica la tutela sanitaria delle attività sportive e di lotta contro il doping.
A conclusione del Primo Capitolo, è stata citata la Riforma in atto del diritto sportivo, nata dalla necessità di innovare la disciplina giuridica precedente, garantendo in particolare maggiori tutele ai lavoratori sportivi, siano essi dilettanti o professionisti, normodotati o con disabilità, e alle atlete donne in generale, da sempre escluse dal professionismo sportivo.
Nel Secondo Capitolo, invece, sono stati invece analizzati gli enti internazionali, come il Comitato Olimpico Internazionale, le Federazioni Sportive Internazionali, e l’Agenzia Mondiale Antidoping e gli enti nazionali preposti alla lotta contro il doping, come il Comitato Olimpico Nazionale Italiano, le Federazioni Sportive Nazionali e le associazioni e le società sportive.
Tra questi, una particolare attenzione è stata data al Comitato Olimpico Internazionale (C.I.O.), organo fondamentale di indirizzo politico e operativo che detta i principi fondamentali ispiratori dell’attività sportiva e si occupa dei Giochi Olimpici e l’Agenzia Mondiale Antidoping, fondazione a partecipazione mista pubblico-privata, il cui scopo istituzionale è proprio quello di combattere il doping.
Tra gli enti nazionali, invece è stata data particolare attenzione al Comitato Olimpico Nazionale Italiano, un ente pubblico, a cui è demandata l’organizzazione e il potenziamento dello sport nazionale e la promozione della massima diffusione della pratica sportiva.
Tutti questi enti - sovranazionali e nazionali - rivestono importanza fondamentale nel panorama sportivo, in quanto è proprio grazie ad esse che l’ordinamento sportivo può vantare un’omogeneità a livello internazionale e nazionale.
Il Terzo Capitolo è stato, invece, dedicato prettamente alla disciplina del doping. Dopo una breve panoramica sulla storia del doping, è stata centrata l’attenzione su quelle che sono le norme attualmente in vigore.
In particolare, si è evidenziato il paradosso della natura giuridica del fenomeno del doping, che per l’ordinamento sportivo internazionale ha natura di illecito sportivo, mentre per l’ordinamento giuridico italiano ha natura di reato.
È stata quindi analizzata la normativa antidoping internazionale presente nel Codice mondiale antidoping e la normativa antidoping italiana presente nella legge n. 376/2000 (art. 9) e nel codice penale (art. 586-bis c.p.).
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