Riassunto analitico
La tesi sullo sfruttamento minorile, con particolare riferimento al lavoro precoce, inizia con un breve cenno sui diritti umani e sulle due teorie proposte dalle rispettive correnti filosofiche per garantire l’effettiva titolarità dei diritti umani che, quindi, devono essere attribuiti a tutti. In tale prospettiva, il lavoro minorile deve essere inteso come una grave violazione dei diritti minimi di cui ogni individuo, e quindi anche il bambino, deve disporre. Proseguendo nella trattazione del primo capitolo, tento di descrivere quali sono i problemi che impediscono ai bambini di esercitare effettivamente i diritti nonostante l’attenzione speciale che il legislatore internazionale ha riservato loro. Una delle cause principali che ha impedito che la piaga del lavoro minorile potesse essere eliminata o quantomeno arginata, è la mancanza di dati certi sul suo dimensionamento e sulla sua diffusione, oltre che un problema di definizione di “lavoro minorile”. Nel secondo capitolo analizzerò la tutela concessa, in ambito nazionale e internazionale con particolare riferimento alla Convenzione di New York sui diritti del fanciullo e dell’adolescente, 1989 e le Convezioni dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro n. 138/77 sull’età minima per l’accesso all’impiego e n. 182/99 sulle forme peggiori di lavoro. Inoltre, è oggetto di trattazione la Convenzione del 2007 adottata a Lanzarote sullo sfruttamento sessuale dei minori con particolare riferimento alle conseguenze che sono derivate con la legge di ratifica 172 del 2012 di tale Convenzione , in Italia. Con riguardo alla normativa nazionale, oggetto di specifica trattazione sarà la L. 977/67 sulla tutela dei minori al lavoro e le modifiche apportate ad essa dal D. Lgs 345/99. La piaga dello sfruttamento del lavoro dei minori, solitamente, viene relegata a secoli passati e circoscritta ai Paesi in via di sviluppo, in quanto poveri e privi di qualsiasi tipo di tutela del lavoratore. Lo scopo principale del terzo capitolo è di dimostrare sulla base dei dati accordati dalle diverse indagini condotte dalle Organizzazioni internazionali governative e non governative, che il fenomeno del lavoro minorile è presente, sebbene in misura inferiore rispetto ai paesi in via di sviluppo, anche in Europa e in generale nei Paesi industrializzati. Neppure l’Italia è esente da tali macchie sociali e al contrario, alcune recenti indagini hanno dimostrato che il numero dei minori al lavoro nel nostro territorio è caratterizzato da una costante in aumento a causa anche della crisi economica. L’Italia insieme alla Grecia, è uno dei Paesi che a livello europeo ha il primato per quanto riguarda il lavoro sommerso. In tale prospettiva il lavoro sommerso è comparato con il lavoro minorile, sommerso per eccellenza. In conclusione accenno al tema dello sfruttamento sessuale che si distingue dallo sfruttamento lavorativo, poiché può avere fini ben diversi dal mero guadagno economico.
|