Riassunto analitico
INTRODUZIONE La sepsi rappresenta una delle principali cause di morte nei paesi industrializzati e forse la prima nei paesi in via di sviluppo. Uno dei motivi del progressivo aumento dell’incidenza è rappresentato dall’invecchiamento della popolazione: gli ultra anziani, infatti, sono ad elevato rischio di sviluppare infezioni e forme severe di sepsi. Nonostante la morbidità e la mortalità della sepsi siano ancora oggi troppo elevate in questo gruppo di pazienti, i grandi anziani restano una delle categorie meno studiate nella letteratura scientifica. A causa della condizione di immunosenescenza e della presenza di diverse comorbilità, nell’anziano la sepsi si può presentare in modi estremamente eterogenei e talvolta atipici. Questo studio ha lo scopo di analizzare le caratteristiche clinico-bioumorali di una specifica popolazione geriatrica ricoverata in un reparto di medicina interna con particolare attenzione alla patologia infettiva, ai suoi quadri di presentazione, alle modalità di riconoscimento ed alle ripercussioni sia sulla qualità di vita dei pazienti, sia sull’attività del reparto internistico. MATERIALI E METODI In questo studio di tipo retrospettivo sono stati arruolati tutti i pazienti con età pari o superiore agli 85 anni, consecutivamente ricoverati da Pronto Soccorso nel reparto di Medicina 1 del Policlinico di Modena dal 1° gennaio al 30 giugno 2014. I dati clinici di ogni paziente sono stati raccolti sia consultando le cartelle mediche ed infermieristiche, sia utilizzando i programmi aziendali per verificare i dati bioumorali, microbiologici e radiologici. RISULTATI Abbiamo caratterizzato 173 pazienti inclusi nello studio per quanto riguarda le caratteristiche generali, clinico-patologiche, caratteristiche cliniche all’arrivo in Pronto Soccorso e alla dimissione dal reparto confrontando tra loro il gruppo dei maschi e il gruppo delle femmine. Ciò ha mostrato che i pazienti erano fragili, bisognosi di un elevato carico assistenziale senza numerose differenze significative tra i due sessi. Una buona parte di pazienti che avevano realmente avuto una patologia infettiva non erano stati riconosciuti come tali in reparto e tanto meno in Pronto Soccorso. I dati che abbiamo ottenuto mostrano che l’infezione più difficile da sospettare in Pronto Soccorso è quella che interessa le vie urinarie. I pazienti con infezione erano più frequentemente allettati all’ingresso, portatori di catetere vescicale, di lesioni da decubito o con maggiore rischio di svilupparle, con incontinenza fecale rispetto al gruppo dei non infetti. Inoltre, è stato confermato che la presenza di una condizione di disorientamento spazio-temporale in Pronto Soccorso, livelli elevati di azotemia, di proteina C reattiva si correlavano in maniera significativa con la presenza di infezione. Anche la frequenza cardiaca se superiore a 90 bpm risultava correlata alla presenza di infezione. Valori elevati del MEWS score e di proteina C reattiva all’ingresso si correlavano in maniera significativa con lo sviluppo di sepsi. Infetti e non infetti differivano in maniera statisticamente significativa per quanto concerne il grado di mobilità alla dimissione, la presenza di catetere vescicale alla dimissione e la durata media di degenza. Infine, i pazienti che avevano avuto una sepsi in corso di degenza, presentavano una curva di sopravvivenza nettamente peggiore rispetto agli altri due gruppi. CONCLUSIONI A causa del processo di invecchiamento della popolazione i grandi anziani diverranno in futuro sempre più numerosi e rappresenteranno, per le loro peculiarità fisiopatologiche e cliniche, un problema assistenziale sempre più rilevante. Il medico internista e di Pronto Soccorso dovrebbero essere tenuti a perfezionare le proprie competenze professionali acquisendo una nuova sensibilità sia nei confronti di questa categoria di pazienti, sia nei confronti di questa patologia emergente.
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