Riassunto analitico
Questo elaborato ha l’obiettivo di presentare il Capitale Circolante (o working capital) come elemento essenziale alla creazione del valore e come aggregato alla base della solvibilità d’impresa. Il Capitale Circolante viene analizzato a partire dal suo ruolo nella determinazione degli equilibri economico-finanziari complessivi della gestione, per poi scoprirne il contributo sul fronte della redditività e sul grado di rischio dell’impresa. L’intento di questo studio è quello di presentare l’aggregato in questione come una chiave strategica attraverso la quale possono nascere osservazioni nuove circa l’equilibrio economico-finanziario complessivo e la capacità di creazione del valore: un approccio diverso rispetto a quello più tradizionale che vede le decisioni relative alle grandezze che compongono il circolante come a “breve termine” e quindi facilmente rivedibili nell’esercizio successivo. Le considerazioni circa il Capitale Circolante assumono ulteriore rilievo se si considera il contesto competitivo attuale delle imprese italiane. Il primo capitolo dell’elaborato ripropone infatti una panoramica degli eventi più recenti che hanno portato all’inasprimento delle condizioni del credito bancario negli ultimi anni, sia in termini di quantità erogate che di prezzo. Si ritiene che questa dinamica sia il frutto sia della crisi finanziaria verificatasi alla fine del 2007 negli Stati Uniti, propagatasi poi nel resto del mondo e nell’economia reale, sia di alcune misure adottate successivamente dalla comunità internazionale con l’intento di rafforzare il sistema bancario, ma che sicuramente, almeno in un primo momento, hanno contribuito a inasprire le condizioni di accesso al credito per moltissime imprese (i cosiddetti Accordi di Basilea). A fronte delle difficoltà sopravvenute, emerge chiaramente la necessità per le imprese di rivedere la struttura del proprio indebitamento ed attuare politiche di gestione che puntino a ridurre il fabbisogno finanziario. Dal momento che l’accesso al credito da parte delle imprese, a seguito del recepimento delle norme di Basilea, risulta sempre più correlato alla capacità di mostrare una condizione aziendale equilibrata, il secondo capitolo propone una breve analisi degli equilibri patrimoniale, finanziario ed economico. I valori ad essi relativi sono infatti quelli che vengono presi in considerazione dalle banche a dagli istituti di credito nella determinazione del rating (solvibilità prospettica) di ogni impresa. In un’ottica di questo tipo, il Capitale Circolante assume un rilievo strategico dal momento che concorre a realizzare la solvibilità complessiva dell’impresa, con questo termine intendendo la capacità dell’impresa di adempiere agli impegni di pagamento assunti poiché in grado di generare flussi di entrate monetarie in un arco di tempo contenuto.
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