Riassunto analitico
Sono circa cinque milioni gli immigrati che vivono oggi in Italia. Molti di loro sono bambini o ragazzi alcuni nati, altri cresciuti, nel nostro paese che tuttavia possono accedere alla cittadinanza con modalità ristrette e dopo un lungo percorso burocratico. Sulla base della normativa vigente oggi nel nostro paese infatti, non sono considerati cittadini i nati in Italia da genitori di origine straniera, così come non lo sono i ragazzi e le ragazze che vi crescono da italiani, in quanto i genitori non possiedono lo status. Sono queste le motivazioni che hanno spinto verso una riforma della disciplina della cittadinanza. Il 13 ottobre 2015 è stato approvato in prima lettura dalla Camera dei Deputati il disegno di legge “Modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, e altre disposizioni in materia di cittadinanza”, tutt’ora in corso di esame presso il Senato della Repubblica. In questa tesi di laurea, prima di arrivare a trattare specificatamente della riforma menzionata, si studia in primis la cittadinanza italiana. Partendo dal concetto generico di cittadinanza, dalla sua storia, dalle sue particolari forme, soffermandosi sul ruolo della cittadinanza europea, si passa poi in rassegna la disciplina italiana. Dopo un esame della sua evoluzione storica e delle sue fonti si analizzano nello specifico le modalità attraverso le quali è possibile acquisirla, analisi strettamente collegata, e indispensabile, alle motivazioni che hanno portato alla necessità di riforma. Tale elaborato quindi, al fine di analizzare la proposta di riforma di legge sui modi di acquisizione dello status di cittadino, le sue motivazioni ma anche le sue critiche, mira a studiare nel profondo l’istituto della cittadinanza italiana in sé.
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