Riassunto analitico
La condizione giuridica e sociale dello straniero è da tempo causa di numerose diatribe giurisprudenziali. La nozione di straniero è interpretata nella normativa sovranazionale e nazionale in senso negativo, intendendo con tale termine tutti coloro i quali non siano in possesso della cittadinanza europea o di almeno uno degli Stati membri; propriamente, dunque, lo straniero è il cittadino di un paese di Stati terzi all'Unione Europea. In ragione del numero sempre crescente dei flussi migratori è richiesta una maggior tutela normativa di questi soggetti, per garantire loro parità di trattamento nei diritti economici e sociali e uguaglianza nell'accesso a determinati beni e servizi. In virtù del principio di non discriminazione, infatti, l'Italia si è dovuta adeguare alle direttive europee in materia di antidiscriminazione, che impongono un trattamento paritario tra cittadini italiani e stranieri. In particolare, una questione sviluppatasi di recente, riguarda la possibilità, anche per i cittadini di Stati terzi, di poter essere ammessi ai lavori di pubblico impiego. La questione ha diviso la giurisprudenza: secondo una prima tesi non sarebbe possibile ammettere chi non sia cittadino italiano o europeo al lavoro nel pubblico impiego, secondo un'altra tesi, invece, invocando il principio di non discriminazione, dovrebbero essere tutti ammessi a partecipare ai concorsi pubblici, proprio per non commettere comportamenti discriminatori. Il problema principale è la difficoltà di accettare che un lavoro che richiede particolare responsabilità e delicatezza, essendo inerente ai settori più " intimi " dell'ordinamento , possa essere svolto da chi non è legato allo Stato da un vincolo forte come quello della cittadinanza. Con la legge 97/2013 si è avuta un'apertura in materia, ammettendo a partecipare ai pubblici concorsi i cittadini di Paesi terzi titolari di un permesso di soggiorno di lungo periodo, purchè non si tratti di posti di lavoro che implicano l'esercizio diretto o indiretto di pubblici poteri o che attengano la tutela dell'interesse nazionale. Si tratta tuttavia di una tutela in via di sviluppo, volta a una maggior estensione dei diritti ma ancora ristretta solamente ad alcune categorie di stranieri.
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