Riassunto analitico
Oggetto della trattazione è la ricerca nel nostro ordinamento di un principio di giustizia contrattuale. Questa viene analizzata in tutte le sue accezioni, dalla giustizia commutativa sino a quella distributiva, tenendo conto del ruolo fondamentale ricoperto dall’autonomia contrattuale e dal mercato. La trattazione muove dall’analisi delle fattispecie positive del Codice civile, in primis dallo studio dei contratti a prestazione corrispettivi, dell’autonomia contrattuale e dei rimedi previsti ai vizi del consenso e della genuina formazione della volontà contrattuale come errore, violenza e dolo. Ci si rivolge successivamente all’analisi degli istituti della rescissione, risoluzione per eccessiva onerosità sopravvenuta e del ruolo svolto dalla riduzione ad equità di questi due. Si passa dunque all’esame dell’istituto della transazione novativa e non, della rinegoziazione e infine di tutte le altre disposizioni del codice che vertano sulla materia oggetto della nostra trattazione. A seguito della conclusione dell’analisi delle fattispecie positive, l’attenzione si rivolge all’evoluzione giurisprudenziale e al formante dottrinale in tema di “prezzo simbolico-prezzo irrisorio” e dell’analoga evoluzione della causa da astratta a concreta, osservando il ruolo fondamentale ricoperto da questa nel creare i presupposti per una giustizia contrattuale decisamente più concreta. Muovendo dall’analisi dell’attuale contesto economico, decisamente cambiato rispetto al tempo dell’emanazione del codice del ’42, nell’ottica di tutelare il contraente debole, si analizzando gli istituti di buona fede ed equità, e del ruolo ricoperto da queste nel rendere un contratto giusto. Si potrà infatti osservare come tali disposizione consentano nel caso di un contratto che, ab origine, attribuisce ad una parte un vantaggio eccessivo e che determina il conseguimento di un vantaggio ingiusto, quando questo appaia essere il risultato dell’inferiore potere contrattuale di una parte e del consapevole avvantaggiarsi dell’altra, può essere invalidato o modificato su richiesta della parte svantaggiata. Una volta conclusa l’analisi degli istituti nazionali, la ricerca di un principio di giustizia contrattuale muove verso le compilazioni internazionali. Verranno dunque analizzati alcuni istituti di provenienza europea e delle compilazioni di UNIDROIT, Codice Lando e del Progetto di Codice europeo dei contratti elaborato dall’Accademia dei Giusprivatisti Europei. Si potrà dunque notare come la disciplina dei contratti non pretende che gli affari siano equi nel senso che le prestazioni oggetto dello scambio debbano essere di pari valore. Normalmente si ritiene che le parti siano i giudici migliori riguardo ai valori di quanto viene scambiato. Tuttavia molti ordinamenti non danno riconoscimento ai contratti che implicano un grave ed evidente squilibrio tra i valori delle due prestazioni quando questo sembri essere conseguenza di una qualche debolezza contrattuale di una parte, della quale l’altra abbia tratto consapevolmente vantaggio. La trattazione ha dunque un preciso ordine logico-sistematico sul continuo alternarsi di posizioni dottrinali e giurisprudenziali, le quali, a seconda dell’oggetto e del periodo storico, hanno più volte mutato il loro indirizzo originario, arrivando alle volte a conclusioni decisamente innovative, ma non unanimemente accolte.
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