Riassunto analitico
Nell'Appennino emiliano le risorse idriche sotterranee risultano limitate e distribuite in maniera non uniforme lungo il territorio a causa delle caratteristiche idrogeologiche degli ammassi rocciosi i quali, sono spesso costituiti da affioramenti di unità litologiche con bassi valori di permeabilità e bassi coefficienti di immagazzinamento. Le sorgenti sono generalmente caratterizzate da un'alta variabilità delle portate durante l'anno idrologico:quest'ultime raggiungono valori molto inferiori a 1 l/s durante i periodi di magra. Tali portate rispecchiano la distribuzione annua delle precipitazioni con i valori minimi che vengono raggiunti durante la stagione estiva. Le caratteristiche idrogeologiche piuttosto scadenti rendono quindi molto problematica la gestione delle acque ai fini dell'approvvigionamento idrico. Le sorgenti del "Mulino delle Vene", situate in provincia di Reggio Emilia (Val Tresinaro)alla quota di 420m s.l.m., sono tra le maggiori venute dell'Appennino e vengono a giorno da un ammasso arenaceo intensamente fratturato delle arenarie di S.Maria, membro della Formazione di Pantano. Tali sorgenti, ad oggi, non risultano ancora captate anche a causa del fatto che non sono state ancora ben comprese le caratteristiche idrogeologiche dell'acquifero e il loro comportamento dal punto di vista idrologico. Questo studio si propone quindi di definire i limiti idrogeologici dell'acquifero, le modalità di rilascio della risorsa idrica e la capacità di immagazzinamento dell'acquifero stesso. Il lavoro di tesi è stato basato sul monitoraggio delle portate delle sorgenti, sul calcolo del bilancio idrogeologico (anno 2012-2013) e sull'esecuzione di rilievi geomeccanici nell'area di studio. Inoltre sono stati svolti campionamenti per le analisi chimiche in corrispondenza delle due sorgenti monitorate e sulle acque superficiali del torrente Tresinaro e del Rio Fontanello. Quest'ultimo è un piccolo fosso che scorre lungo una discontinuità tettonica qualche centinaio di metri più a nord rispetto alle sorgenti. Due delle sorgenti studiate sono attrezzate con stramazzi per le misure di portata la quale, nel periodo 2012-2013, è stata misurata con frequenza media mensile. Sono state stimate anche le portate del torrente Tresinaro, utilizzando il metodo di diluizione salina ed eseguendo le misure in un tratto di monte ed uno di valle rispetto al punto di confluenza tra le sorgenti ed il torrente stesso. Inoltre, su una delle due sorgenti munite di stramazzo, è stata installata una sonda munita di trasduttore di pressione per il monitoraggio in continuo delle portate. I risultati del monitoraggio delle portate delle sorgenti e del torrente Tresinaro hanno fornito una valutazione dell'aliquota totale delle portate rilasciate dall'acquifero con le sorgenti che contribuiscono in maniera significativa al deflusso di valle del torrente Tresinaro. I rilievi geomeccanici hanno evidenziato come il Membro di S.Maria presenti un'elevata permeabilità rispetto alle formazioni circostanti a causa dell'intensa fratturazione osservata e delle larghe aperture rilevate nelle discontinuità. Ciò, unitamente al calcolo del bilancio idrogeologico, ha portato alla definizione dell'acquifero associato alle sorgenti; quest'ultimo può essere ben individuato da un bacino idrogeologico costituito da areniti e che si sviluppa per 5,5km2 a nord-ovest delle sorgenti.Il monitoraggio in continuo delle portate ha permesso invece l'identificazione di due coefficienti di esaurimento associati a diversi sistemi di fratturazione dell'acquifero il quale presenta un valore di immagazzinamento dinamico di 1,47 Mm3 per l'anno idrologico 2012-2013. Le analisi chimiche hanno infine dimostrato come il chimismo delle acque della sezione di valle del torrente Tresinaro sia il risultato di una forte diluizione esercitata dalle sorgenti sulle acque provenienti dalla sezione di monte del torrente stesso.
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