Riassunto analitico
BACKGROUND: l’aumento delle patologie croniche hanno portato ad una notevole diffusione di dispositivi vascolari venosi come PICC e Midline. La nascita di un team dedicato agli accessi vascolari eco-guidati all’interno dell’azienda ospedaliera ASMN di RE ha notevolmente influito sulla diffusione su tutta la provincia di questo tipo di dispositivi. Questi dispositivi presentano numerosi vantaggi rispetto ai loro omologhi, riduzione delle CRBSI e minor tempo d’attesa per l’impianto: infatti, dopo una valutazione del team multidisciplinare, l’impianto può essere eseguito da personale infermieristico specializzato a livello ambulatoriale o anche domiciliare. Ciò comporta minor disagi per il paziente ed un inizio precoce della terapia richiesta, riducendo le complicanze e preservando il patrimonio venoso. Midline e PICC possono anche fungere da presidi ponte in attesa dell’impianto di un dispositivo permanente come ad esempio CVC tipo Port-a-cath. I PICC avendo un diametro in media inferiore e una maggiore lunghezza rispetto agli analoghi CVC, hanno per contro un maggior rischio di complicanze occlusive, come i Midline rispetto ai CVP. Va quindi posta particolare cura nella gestione sia ospedaliera che domiciliare di questi dispositivi al fine di aumentarne la longevità. Infatti una corretta formazione del personale e l’applicazione di specifiche procedure sono in grado di ridurre sensibilmente sia le complicanze infettive che occlusive. PROCEDURA INTERAZIENDALE: Da qui è nata la necessità di uniformare secondo le migliori evidenze disponibili quelle che sono le pratiche adottate nelle due aziende sanitarie del territorio reggiano (Azienda ASMN ed USL) sulla gestione di questi presidi vascolari ad inserzione periferica. PROGETTO FORMATIVO: In attesa dell’approvazione della procedura è stata rilevata una duplice necessità: 1) Valutare sul campo l’applicabilità della procedura ed individuare prima della sua distribuzione eventuali criticità, legate soprattutto alla molteplicità delle figure infermieristiche a cui sarà destinata. 2) Formare precocemente un ristretto gruppo di professionisti a cui urgevano indicazioni precise supportate da evidenze, per poter svolgere in sicurezza le loro attività quotidiane. Obiettivi: 1) Definizioni dei presidi, Scopi e campi d’impiego. 2) gestione dei presidi: medicazione, lavaggi, chiusura. 3) Gestione delle complicanze più importanti e frequenti: ostruttive, infettive. 4) Acquisire manualità nelle diverse fasi operative attraverso le esercitazioni pratiche su manichini. Formazione: 2 eventi formativi, 43 infermieri partecipanti, 4 ore di formazione (2 teoriche e 2 pratiche), 6 crediti ECM erogati, 3 relatori/tutor. Valutazione: Test valutativo somministrato prima e dopo il corso al fine di valutare le conoscenze di base precorso e l’incremento di conoscenze postcorso. RISULTATI: -Test precorso 43, Risposte corrette 63%, Media 3,79/6, GS 5/6. -Test postcorso 43, Risposte corrette 100%, Media 6/6 CONCLUSIONI: Gli eventi sono stati partecipati e hanno coinvolto i discenti in numerosi interventi atti a chiarire le migliori pratiche da adottare. Hanno permesso di esercitarsi (singolo operatore) nel cambio della medicazione con tecnica sterile e dei dispositivi connessi oltre che nelle tecniche di disostruzione idraulica. Hanno evidenziato due aree grigie della letteratura tutt’ora irrisolte riguardanti l’uso o meno dell’eparina per la chiusura del catetere e il clampaggio per mantenere la pressione positiva. SVILUPPI FUTURI: Nel 2016 la formazione sarà estesa a tappeto a tutto il personale infermieristico. Si sta ipotizzando uno studio riguardante l’impiego dell’eparina vs soluzione fisiologica, superando i limiti di quelli esistenti, al fine di dirimere la controversia sulla chiusura del catetere quando non utilizzato.
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