Riassunto analitico
Il lavoro di tesi prende in esame la particolare tipologia del museo archeologico, che come pochi è in grado di rappresentare la memoria di popoli e luoghi, di narrare la storia attraverso le proprie collezioni e di instaurare un legame dinamico con il territorio. Esso presenta particolari problematiche nell’impostazione degli apparati didattici e, più in generale, nella progettazione stessa cui dovrebbe sottendere la funzione educativa del museo. Esse si riconducono alla peculiarità dell’oggetto archeologico, che non sempre presenta aspetti leggibili o di particolare pregio artistico, ma può anzi risultare di ardua comprensione, soprattutto quando decontestualizzato, o addirittura suscitare una sensazione di estraneità nell’osservatore. Parte cospicua delle difficoltà sono imputabili anche ai criteri che improntano molti allestimenti e i relativi apparati didattici, che sono più affini al metodo di ricerca degli archeologi e al loro linguaggio tecnico che non alle esigenze di comprensione del pubblico. Considerate tali premesse, si è proceduto ad un’analisi del museo archeologico nei suoi diversi aspetti scandagliando la realtà italiana e la sua apparente omogeneità. Il proposito che ha animato il lavoro è stato quello di analizzare l’oggetto museo da più punti di vista, legislativo, storico, museografico, al fine di identificare se e quali modelli si possano rintracciare nel panorama italiano, quali siano state le direttrici che hanno presieduto alla loro formazione e in quali modi essi abbiano declinato il tema dell’archeologia. Il lavoro si articola in una prima sezione, che prende in esame gli aspetti legislativi e vaglia in maniera trasversale la legislazione italiana dall’Unità fino alle più attuali riforme, la cui applicazione è in fieri, evidenziando gli aspetti distintivi del sistema italiano, con particolare riferimento all’archeologia e alla didattica. In seconda battuta si sono analizzati i meccanismi che hanno portato alla configurazione dei principali musei italiani di antichità, che prende come punto di partenza i casi chiave per la nascita del museo moderno, ossia i musei di Roma e Napoli (estendendo lo sguardo a Torino quale elemento di confronto) le cui radici affondano nel collezionismo rinascimentale. Lo sviluppo di tali centri è stato seguito fino e oltre la fase unitaria, che si è identificata quale momento cruciale per la costituzione dei principali modelli museali, in cui si sviluppano strumenti di indagine, codici di comunicazione, strutture territoriali e politiche museali su cui si basa ancora oggi il nostro sistema, a livello statale e locale, e che ancora condiziona molti allestimenti. Si sono dunque analizzati i meccanismi di formazione dei principali musei nazionali, civici e provinciali in relazione allo sviluppo delle discipline archeologiche e all’elaborazione diversi percorsi di ricerca. In questo quadro si sono poi delineate altre tipologie di museo (ad esempio ecomusei, musei della città, musei narranti), in cui si possono riconoscere declinazioni attuali del museo archeologico. Nella terza sezione, il lavoro analizza le principali tipologie di allestimento e di strategie didattiche. Si prendono in esame gli strumenti più tradizionali, pannelli, didascalie, modelli e rievocazioni, e quelli su cui si sta indirizzando la museografia attuale, come le ricostruzioni virtuali all’insegna dell’immersività e dell’accessibilità e la prassi della narrazione museale. Si è dunque cercato di tratteggiare un quadro il più possibile completo, mediante esempi ritenuti significativi e casi studio, per verificare come questi strumenti siano intesi e applicati, in che misura siano funzionali ad una ricostruzione storica e quanto debbano essere tenuti in conto nella predisposizione di un allestimento.
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Abstract
This thesis takes aim at the inspection of the peculiar typology that characterizes the archaeological museum, which more than others is able to represent the peoples’ and territories’ memory, as well as to tell the history by its own collections and to create a dynamic link with the territory. This kind of museums has its own requirements about the setting of didactical displays and, more generally, about the assemblage of the project itself, that should be imbued by the instructive intent of the institute. Such difficulties could be mostly referred to the characteristic features of the archaeological object itself, which not necessarily presents a readable evidence or an artistic outstanding value and could on the contrary reveal itself as hardly understandable, chiefly if cut out from its own, or could even inspire a sense of foreignness in the observer’s mind. A great deal of difficulties can be imputed to the criteria that often shape the museum outfitting and its didactical display, more connected with the archaeologists’ scientific methods and technical language than to the public’s need to understand.
On this bases, it has been possible to proceed to an analysis of the archaeological museum in its different aspects, scanning the situation in Italy in its apparent homogeneity. The purpose was to analyze the museum as an object from several points of view, the legislative as well as the historic or the museographic, aiming to identify if in the Italian panorama models are recognizable and which they actually are, as well as to know which could be the streams that have influenced their formation and how the archaeological theme has been represented. The research is articulated in three sections. The first examines the legislatives aspects and scans the Italian legislation since the forming of the unitary State till to the recent reform laws by stressing the distinctive characters of the Italian system, always peculiarly referring to archaeology and didactics. The second section watches the dynamics which have brought to the configuration of the main Italian antiquity museums, taking as starting point the key-cases for the birth of modern museums, i.e. the museums in Rome and in Naples (and Turin as an example of comparison), whose roots sink in the Renaissance age collecting. The development of such poles has been followed till and over the Unity phase, a crucial moment for the constitution of main museographic models, a magmatic period in which, even if by groping and with the help of very few ruling lines, could be developed those research instruments, communication codes, territorial structures and museum politics on which still at present day our system is based, at national and local level, and which still condition several museographic fittings. The mechanisms of formation of main National, Town and Province Museums has been examined, in relation with the development of archaeological sciences. Inside this evolutive grounding, other typologies of museums have been outlined (ecomuseums, city museums, telling museums). In its third section, the thesis analyzes the main kinds of museographic fittings and of didactics strategies. The most traditional museum instruments are examined: boards, captions, models and reenactments. Successively the attention is drawn on the trends of present-day museography, such as virtual reconstructions pointing to live immersion of the observer and as the practice of museum storytelling. The intent is to draw a picture as complete as possible, based on believed significant examples and study-cases, to verify how such instruments are applied, to what extent they are effective to create an historical reconstruction and how much they must be considered when planning the outfitting of museums.
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