Abstract
La mia tesi racconta un percorso didattico volto alla promozione e valorizzazione della capacità di comprendere i testi in una classe IV della scuola primaria, attraverso attività collaborative tra pari, accumunate da un unico filo conduttore: il proverbio. La brevità delle frasi proverbiali comporta un alto quoziente di enigmaticità che lascia ampio spazio alla ricerca del significato in chi le pronuncia, le commenta, le usa e le ascolta, innescando l'attivazione di un vero e proprio problem solving, rinforzato dalla presenza di una struttura appartenente tanto al linguaggio quanto al pensiero: la metafora.Il mio percorso di ricerca sui Proverbi è stato articolato in modo da dare l' opportunità ai bambini di cimentarsi su competenze diverse, tenendo conto di alcuni traguardi per lo sviluppo delle competenze al termine della scuola primaria.
Le attività, progettate secondo un approccio cooperativo, in coppia o in piccolo gruppo, hanno riguardato le seguenti abilità: ascoltare, parlare; leggere e scrivere, per dare la possibilità ai bambini di potersi esprimere attraverso il canale più congeniale nel rispetto dei loro ritmi e tempi di sviluppo e di apprendimento.
Ho così previsto attività di: familiarizzazione col proverbio, mediante intervista esplorativa, per sondare le ipotesi ingenue dei bambini sull'argomento e raccolto i proverbi più conosciuti da genitori e bambini.Imitando, in parte, un esperimento di Piaget (1926; 1969), ho proposto ai bambini un' attività di associazione tra proverbi e racconti illustrati esemplificativi di una situazione in cui un determinato proverbio poteva essere utilizzato e verificando i risultati attraverso conversazioni condotte a piccolo gruppo. Sono state svolte attività finalizzate alla scoperta della metafora e della sua presenza nei proverbi;
e proposte letture di brani di cui ho accertato la comprensione ponendo alcune domande alle quali gli alunni hanno dovuto rispondere per iscritto.Le ultime richieste hanno visto i bambini cimentarsi nella creazione di racconti che giustificassero l' uso del proverbi.Grazie al proverbio, nella classe sperimentale in cui ho svolto il percorso di promozione della comprensione, è stato possibile inventare storie, giocare con le parole, creare ambienti, sfondi, all' interno dei quali dare vita ai proverbi, immaginare la loro origine e ripensare a coloro i quali, nei secoli, li avevano utilizzati per dare significato al reale. Come già rilevato da Piaget, anche nella mia esperienza ho riscontrato una certa difficoltà nella comprensione dei proverbi da parte dei bambini ma ritengo che esso possa offrirsi come uno strumento proficuo per accompagnare il bambino verso un ragionamento di tipo astratto oltre che allenarlo ad un pensiero metaforico. Mi piacerebbe ipotizzare un percorso di più ampio respiro, progettato sull' ultimo biennio di scuola primaria in cui, oltre ai proverbi si potrebbero presentare filastrocche, indovinelli, giochi enigmistici in cui siano coinvolte più discipline.
Dall'altra parte i proverbi sono il frutto dell'esperienza dell'uomo nei secoli e riguardano i più svariati ambiti. Credo che essi possano davvero contribuire alla promozione della comprensione dei testi o addirittura, con un percorso ben strutturato e coadiuvato da diverse figure professionali, come insegnanti, psicologi e ricercatori in didattica della comprensione, essere dispositivi di attivazione della comprensione.
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