Riassunto analitico
L’elaborato ha lo scopo di illustrare l’evoluzione che l’ordinamento ha subito per quanto riguarda la legislazione a tutela della maternità e della paternità nei rapporti di lavoro. Le leggi che si sono susseguite nel tempo a partire dal XX secolo fino all'odierno Decreto legislativo n.80/2015, avevano come obiettivo quello di ampliare sempre di più le protezioni e le tutele nei confronti, in particolare della lavoratrice madre, poi successivamente anche della figura del padre lavoratore. Con la legge delega n.53/2000 (attuata poi con il Decreto Legislativo n.151/2001) è stato ampliato notevolmente il significato di “maternità”, passando da un concetto di assistenza e cura relegato ai meri bisogni fisiologici del bambino ad uno esteso alle sue necessità relazionali ed affettive. Inoltre per la prima volta la suddetta legge è intervenuta sulla redistribuzione dei ruoli familiari, prevedendo un diritto in capo al padre di poter astenersi dal lavoro per curare il figlio. Da ciò deriva l’esigenza di introdurre degli strumenti e delle agevolazioni per rendere più semplice la conciliazione tra vita professionale e vita familiare da parte di entrambi i genitori. Il concetto di conciliazione è da porsi in relazione a quello di equilibrio tra la sfera pubblica e la sfera privata della vita degli individui e la legge, nel corso del tempo, si è occupata proprio di creare degli istituti fruibili sia da parte del padre che della madre, al fine di garantire una conciliazione delle esigenze di lavoro da una parte e delle esigenze derivanti dai bisogni familiari dall'altra. Dopo l’analisi di quelli che sono i principali strumenti previsti a tutela della madre lavoratrice e del padre lavoratore, saranno passate in rassegna le novità in materia, introdotte negli ultimi anni, a seguito della riforma del diritto del lavoro.
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