Riassunto analitico
L’obiettivo di questa tesi è analizzare l’evoluzione del rapporto tra la società tedesca e la comunità turca immigrata in Germania a partire dal 1961, anno della stipulazione dell’accordo bilaterale tra la Germania e la Turchia finalizzato al soddisfacimento della domanda di forza lavoro della Repubblica Federale. Nell’elaborato vengono innanzitutto messe in luce le varie fasi del fenomeno migratorio in questione, alcune delle quali dimostrano come i cosiddetti “Gastarbeiter” (molti dei quali provenivano dalla stessa Turchia) fossero stati concepiti fin dall’inizio come manovalanza destinata ad una permanenza esclusivamente transitoria nel Paese. Le prime difficoltà sul piano della convivenza con la società ospitante emersero concretamente allorché gran parte dei Gastarbeiter di origini turche decisero di mettere radici nel Paese ospitante – a dispetto delle sovvenzioni del governo tedesco per il rimpatrio – e furono raggiunti dalle rispettive famiglie. Il focus di questa ricerca è incentrato sulla comunità turca, in quanto la stessa al giorno d’oggi rappresenta la minoranza etnica più numerosa in Germania, contando circa tre milioni di persone. A distanza di oltre cinquanta anni dall’inizio di questa convivenza, tuttavia, il suo grado di integrazione resta ancora controverso. Se infatti, da una parte, l’indagine condotta nel 2015 da Susanne Schührer per conto del Bundesamt für Migration und Flüchtlinge attesta un maggior grado di integrazione con la popolazione tedesca in particolare tra i membri della cosiddetta seconda generazione, i giovani e coloro i quali hanno optato per la cittadinanza tedesca, dall’altra gli eventi del biennio 2016-2017 sembrano rimettere in discussione questo dato apparentemente incoraggiante. Il tentato colpo di stato militare del 15 Luglio 2016 e la consecutiva svolta autoritaria conosciuta dal Paese con il referendum costituzionale voluto dal Presidente Erdoǧan il 16 Aprile 2017 hanno fatto emergere una preoccupante ambiguità in quelle organizzazioni transnazionali, quali il Ditib, che formalmente promuovono la cultura turca all’estero nonché l’inserimento dei membri della sua comunità nella società ospitante, ma che, in particolare in occasione di questi due eventi di cruciale importanza, hanno alimentato il preesistente sospetto di essere di fatto lo strumento con cui l’AKP, il partito guidato dal Presidente Erdoǧan, promuove i suoi interessi sul piano politico ed economico (oltre che culturale) all’estero.
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Abstract
The purpose of my dissertation is to analyse the evolution of the relationship between German society and the Turkish immigrant community in Germany since 1961, the year of the conclusion of the bilateral agreement between Germany and Turkey aimed at satisfying the demand for labour in the Federal Republic. My work highlights primarily the various phases of the migratory phenomenon in question, some of which clearly demonstrate how the so-called "Gastarbeiter" (many of whom came from Turkey itself) were conceived from the beginning as labourers destined for an exclusively transitory stay in the country. The first difficulties in terms of cohabitation with the host society emerged concretely when most of the Gastarbeiters of Turkish origin decided to put down root in the host country - in spite of German government’s subsidies for repatriation - and were reached by their families.
The focus of this research is on the Turkish community, as it represents the largest ethnic minority in Germany today, with around three million people. More than fifty years after the beginning of this cohabitation, however, its degree of integration still remains controversial. While the survey carried out in 2015 by Susanne Schührer on behalf of the Bundesamt für Migration und Flüchtlinge in 2015 shows a greater degree of integration with the German population, particularly among members of the so-called second generation, young people and those who have opted for the German citizenship, the events of 2016-2017 seem to call this apparently encouraging figure into question. The attempted military coup d'état on 15 July 2016 and the subsequent authoritarian turn of events experienced by the country with the constitutional referendum called for by President Erdoǧan on 16 April 2017 have revealed a worrying ambiguity in those transnational organisations, such as Ditib, which formally promote Turkish culture abroad and the integration of members of its community into the host society, but which, particularly on the occasion of these two crucial events, have fuelled the pre-existing suspicion of being the instrument with which the AKP, the party led by President Erdoǧan, promotes its interests politically and economically (as well as culturally) abroad.
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