Riassunto analitico
La legislazione del lavoro italiana, negli ultimi decenni, è stata oggetto di molteplici interventi , anche radicali, che hanno originato un voluminoso apparato normativo. L’efficacia di tali interventi è apparsa a molti commentatori e studiosi quantomeno dubbia. A partire dagli anni Ottanta, nel mondo del lavoro caratterizzato dal cosiddetto “posto fisso” si è introdotta una nuova dimensione dell’occupazione: la flessibilità. Le condizioni lavorative hanno subito notevoli trasformazioni all’insegna della flessibilità, che ha portato alla crescita dell’impiego dei contratti atipici. Il modello flexsecurity arriva dai Paesi scandinavi; esso prevede la flessibilità per assunzioni e licenziamenti abbinata ad una estesa sicurezza per i disoccupati. Una sicurezza che può essere messa in pratica solo se esistono ammortizzatori sociali e percorsi formativi in grado di traghettare agevolmente i lavoratori tra un impiego e l’altro. Le diverse riforme del mercato del lavoro italiano hanno iniziato e accresciuto un processo di flessibilizzazione delle forme contrattuali, ma hanno trascurato la contestuale attivazione di un processo di riforma del welfare in grado si sostenere le fasce deboli a rischio di precarietà. La proposta di flexsecurity divenuta comune a livello europeo è stata introdotta nel contesto socio-economico italiano in modo parziale: l’ingresso di una elevata flessibilità non è stata accompagnata dalla contemporanea introduzione di forme di protezione sociale adeguate, originando la situazione definita di flex-insecurity. Come uscire da questa situazione? Per rispondere alle richieste di Bruxelles di rendere più efficiente il mercato del lavoro, l’attuale Governo dovrà toccare alcuni capisaldi, a partire dalle norme che riguardano il licenziamento. Altre disposizioni importanti dovranno riguardare la fine della polverizzazione dei contratti, la creazione di un sistema universale di unemployment benefit, l’instaurazione di politiche attive efficaci. Si tratta, quindi, di sgretolare quel dualismo presente nel nostro mercato del lavoro, nel quale alcune tipologie di lavoratori sono fin troppo tutelate mentre altri soggetti sono privi di paracadute in caso di disoccupazione. Partendo dall’analisi della Legge 10 dicembre 2014, n. 183, l’elaborato si pone l’obiettivo di fare una revisione ed esporre i risultati raggiunti ad oggi per quanto concerne l’introduzione nel diritto del lavoro italiano dei concetti di flessibilità e sicurezza.
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