Riassunto analitico
La legge 190 del 6 novembre 2012, c.d. Legge Anticorruzione, ha dato il via ad un ampio percorso di riforma della Pubblica Amministrazione con l’obiettivo di riaffermare la fiducia nelle istituzioni attraverso la presa di coscienza che solo un sistema integro ed imparziale può essere funzionale alla crescita economica, sociale e culturale del nostro Paese. La spinta a questa riforma deriva dalla necessità di attuare gli impegni che l’Italia si è assunta mediante la sottoscrizione della Convenzione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite nel dicembre del 2003, ratificata con Legge n. 116 del 2009. L’obiettivo è quello di arginare il fenomeno della corruzione che, come confermano le statistiche nazionali ed internazionali, è endemico, diffuso e radicato nel nostro Paese. La corruzione può intervenire nei rapporti tra diverse Pubbliche Amministrazioni, tra soggetti privati e Pubblica Amministrazione o tra imprese private e la si può definire come un reato, strettamente legato alla Pubblica Amministrazione, che consiste nell’omissione o induzione all’omissione di doveri d’ufficio per ottenere un interesse diretto o indiretto che si sostanzia in un vantaggio economico o personale. Oggi, la natura pervasiva del fenomeno ha indebolito la fiducia dei cittadini nelle istituzioni, nella classe politica, e nella Pubblica amministrazione, ed ha determinato il ridimensionamento dei principi di buon governo e di etica pubblica con una forte compromissione della cultura della legalità. Attraverso un percorso di analisi mirata alla mappatura dei processi e delle procedure, a cui far seguire l’assunzione di decisioni, impegni e misure di contrasto, preventive allo sviluppo della corruzione, la legge 190/2012 e i relativi decreti attuativi, intendono ripristinare la legalità e la correttezza, rafforzando le istituzioni e rendendole e meno vulnerabili e sensibili. Inoltre, si attua una sorta di ribaltamento: non è più il giudice a presidiare la legalità e a garantire l’integrità, o meglio lo è, ma in ultima istanza. Il primo atto, nonché impegno, spetta alle Amministrazioni, ai loro dirigenti e dipendenti. Un’Amministrazione che funziona è trasparente, efficiente, efficace, è in grado di generare produttività, di valorizzare e premiare il merito. Gli attrezzi a disposizione delle Amministrazioni sono rinvenibili nel Piano Nazionale Anticorruzione, nel Codice di comportamento e nel Piano triennale per la trasparenza e l’integrità, nella disciplina dei casi di non conferibilità e di incompatibilità di incarichi dirigenziali, nelle norme contenute nel Testo Unico in tema di incandidabilità e divieto a ricoprire cariche elettive e di governo oltre che in numerose misure organizzative e amministrative come la rotazione del personale e l’astensione in caso di conflitto di interesse
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