Riassunto analitico
Il rapido emergere delle farmaco-resistenze agli antivirali rappresenta un problema sempre crescente e dall’impatto estremamente pesante. Infatti, sono numerose le infezioni virali d’interesse clinico che risentono del problema delle resistenze e per le quali non è disponibile un approccio terapeutico alternativo. Per cercare una soluzione a questo problema, gli studi si sono rivolti verso approcci alternativi come proteine e peptidi di origine naturale che mostrano un potenziale come sostituti dei tradizionali agenti antinfettivi. I peptidi antimicrobici (AMPs) sono stati messi in evidenza per la loro azione antimicrobica ad ampio spettro ma, allo stesso tempo, altamente selettiva rispetto alle cellule dell’ospite. Tra questi AMPs particolare interesse ha dimostrato KT, ossia esotossine prodotte da ceppi di lieviti. Da diversi studi è emerso che KT (in particolara PaKT, prodotta da Pichia anomala) può avere un'attività letale nei confronti di eucarioti tassonomicamente non correlati e microrganismi patogeni procariotici. Tuttavia, la somministrazione delle KT quali agenti terapeutici comporta degli svantaggi in quanto esse sono glicoproteine fortemente antigeniche, tossiche e molto labili in condizioni di temperatura e pH fisiologici. Ulteriori ricerche hanno portato alla messa a punto di un peptide più piccolo che mantiene comunque le attività biologiche di PaKT, denomina Killer peptide (KP). KP è un decapeptide derivato da un anticorpo anti-idiotipo contro PaKT; esso esibisce un ampio spettro di attività antimicrobica includendo funghi, batteri e parassiti. Inoltre, è stata dimostrata un’attività antivirale contro alcuni virus, quali HIV-1 e i Virus Influenzali A. inoltre, il gruppo di ricerca dove ho svolto il mio internato di tesi ha dimostrato la sua spiccata attività contro Herpes Simplex Virus 1. Pertanto, scopo del presente lavoro è stato quello di espandere le conoscenze sull’attività antivirale di KP, focalizzando lo studio su Herpes Simplex Virus 2 (HSV-2). In prima istanza, sono state quantificate l’attività antivirale e quella virucida nei confronti del virus. Quindi, sono stati condotti esperimenti per individuare il meccanismo d’azione e verificare l’eventuale capacità di selezionare stipiti farmacoresistenti. Infine, l’attività antierpetica di KP è stata confrontata con quella di Acyclovir, farmaco di prima scelta nel trattamento delle infezioni da Herpes virus, valutando anche se il peptide è in grado di inibire stipiti di HSV-2 ACV-resistenti. I risultati ottenuti suggeriscono un’attività anti-HSV-2 da attribuire a KP. In particolare, sembra che KP agisca legandosi all’envelope del virus e agendo prima che il virus infetti la cellula. Nel confronto con Acyclovir ha dimostrato una minore efficacia. Nel complesso, i dati ottenuti, oltre ad espandere le conoscenze sull’attività antivirale di KP nei confronti HSV-2, supportano un suo possibile utilizzo come agente antimicrobico ad ampio spettro
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