Riassunto analitico
Background: La capacità funzionale è un noto e importante fattore prognostico nei pazienti sottoposti a test da sforzo. Abbiamo ipotizzato che un ecostress da sforzo (ESE) con cicloergometro negativo sia in grado di identificare, tra i potenziali candidati a trapianto di rene, una sottopopolazione relativamente sana e con prognosi favorevole, che possa quindi trarre beneficio dal trapianto di rene nel lungo termine. Tuttavia, non vi sono dati che supportano questa strategia nella pratica clinica. Obiettivo: Valutare una strategia prognostica multiparametrica di stratificazione del rischio basata sull’ESE negativo. Metodi: Analisi retrospettiva di una serie di pazienti potenziali candidati a trapianto di rene con ESE al cicloergometro negativo. I pazienti erano sottoposti a ESE come parte di una strategia di screening del rischio cardiovascolare perioperatorio indipendentemente dalla presenza di fattori di rischio per cardiopatia ischemica o da cardiopatia acuta e con sufficiente capacità funzionale stimata per eseguire il test. Risultati: Dei 64 pazienti sottoposti a ESE, 59 (43 uomini, età media 55.9±8.7 anni) avevano un test negativo. Dopo un follow-up medio di 3.8 ± 2.4 anni un paziente è deceduto per causa cardiaca. Tredici pazienti (22%) sono stati ospedalizzati per sindrome coronarica acuta non fatale (5.7% per persona-anno di follow-up). I predittori di ospedalizzazione per sindrome coronarica acuta non fatale sono risultati la durata della dialisi, il fumo, la pregressa angioplastica, la vasculopatia periferica, i bassi livelli di HDL e una peggiore disfunzione diastolica. Diciotto pazienti (30.5%) sono stati sottoposti a trapianto di rene dopo 21.5 (25°-75° percentile 4.7-36.0) mesi dall’ESE negativo e solamente uno ha sviluppato infarto miocardico perioperatorio. Conclusioni: Un ESE negativo in pazienti candidati a trapianto di rene può contribuire alla stratificazione del rischio cardiovascolare in quanto solo un paziente è deceduto per causa cardiaca durante il follow-up e solo uno di quelli sottoposti a trapianto di rene ha avuto infarto miocardico perioperatorio. Tuttavia l’incidenza di sindromi coronariche acute non fatali durante il follow-up continua a rimanere un limite maggiore nonostante un risultato negativo dell’ESE sia nei pazienti che vengono trapiantati sia in quelli che rimangono in lista d’attesa.
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Abstract
Background: Exercise capacity is a well-known and robust prognostic factor in patients referred for exercise testing. We supposed that a normal peak supine bicycle exercise stress echocardiography (ESE) might be able to identify a selected relatively healthy subpopulation among potential kidney transplant recipients with favourable cardiac prognostic course who would eventually benefit from renal transplant for long time. However, there are currently no data to support this strategy in clinical practice.
Objectives: To assess the value of a multiparametric risk stratification strategy based on negative ESE.
Methods: Retrospective analysis of a series of kidney transplant candidates undergoing normal peak supine bicycle ESE as part of a preoperative cardiac screening strategy regardless of the presence of coronary artery disease risk factors with no active cardiac conditions and sufficient predicted functional status to perform exercise.
Results: Of 64 patients undergoing ESE, 59 (43 men, mean age 55.9±8.7 years) had a normal exam. After a mean follow-up period of 3.8 ± 2.4 years one patient had cardiac death. Thirteen patients (22%) had hospitalizations for non-fatal acute coronary syndrome (5.7% per person-year of follow-up). Predictors of future hospitalizations for non-fatal acute coronary syndrome resulted dialysis duration, smoking, previous PCI, peripheral vessel disease, low HDL level, and worse diastolic dysfunction. Eighteen patients (30.5%) underwent renal transplantation at a median 21.5 (25th-75th percentile 4.7-36.0) months after negative ESE and only one developed perioperative myocardial infarction.
Conclusions: In potential kidney transplant recipients a negative ESE may effectively contribute to risk stratification since only one patient had cardiac death during follow-up and one of those who underwent renal transplantation had perioperative myocardial infarction. However, the incidence of future non-fatal acute coronary syndrome continues to be a major limitation despite negative ESE both in patients in the waiting list and after the transplant.
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