Riassunto analitico
Le riforme scolastiche che si sono succedute negli ultimi anni, in Italia come all’estero, avevano l’esplicito obiettivo di rinforzare il ruolo dell’Informatica in un mondo in cui l’importanza dei computer in continua ascesa. Il loro impatto si è però limitato ad un aggiornamento di programmi, tematiche e dettagli amministrativi: le modalità di fondo della didattica dell’Informatica sono rimaste le stesse, privilegiando l’insegnamento trasmissivo e la valutazione individuale. Ciò vale certamente per le scuole superiori italiane, fatto confermato dalla mia esperienza individuale e dai contatti con i colleghi, ed ancor di più a livello universitario. Questo ha portato a una discrasia tra il programmatore ideale che il sistema educativo intende realizzare e ciò di cui lo sviluppo software del XXI secolo ha davvero bisogno: persone esperte tecnicamente ma dotate anche di soft skill, capaci di gestire le complessità dell’Informatica contemporanea. L’introduzione delle metodologie Agili nel contesto scolastico può essere una risposta a questo problema. I metodi Agili offrono un compromesso tra poco processo e molto processo, hanno un approccio adattativo anziché predittivo e, favorendo la comunicazione di persona e il lavoro di gruppo, sono più orientati alle persone piuttosto che al processo in sè. Poiché le metodologie Agili hanno riscosso un certo successo nel mondo professionale, ho pensato di verificare se la loro introduzione anticipata nelle scuole potesse migliorare il processo di apprendimento, anche perché diversi valori Agili sono in sintonia con approcci didattici moderni e costruttivisti.
La ricerca si sviluppata come una forma di Ricerca - Azione, comprendente sia aspetti quantitativi sia qualitativi. Per prima cosa ho verificato gli effetti e la realizzabilità delle pratiche Agili in questo nuovo contesto. Sulla base dei risultati, ho eseguito un esperimento confermativo con obiettivi leggermente diversi. Durante un periodo di 18 mesi, ho esaminato più di 150 studenti e i loro docenti in cinque diverse città.
Ho quindi sviluppato un secondo esperimento incentrato sul Ciclo di Vita del Software, specificamente su Scrum. Questo esperimento ha coinvolto più di 180 fra studenti e docenti in un’area di 700 km.
I risultati mostrano che le metodologie Agili hanno, in media, effetti positivi sull’ambiente di apprendimento nel suo complesso. Non si limitano quindi alle valutazioni, ma includono soddisfazione e motivazione. Il punto chiave risiede nell’aspetto sociale della programmazione, che le metodologie Agili promuovono in misura maggiore di quelli tradizionali.
Dopo avere esplorato gli effetti della competizione della cooperazione nelle scuole, ho anche esaminato come applicare il cambio di curriculum nel sistema scolastico italiano in modo incrementale.
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Abstract
During the last years, several school reforms, in Italy as well as in other countries, had the explicit goal to enhance the role of Computer Science in a world where the importance of computers is in steady ascent. Their impact however has been limited to topic updates and administrative details. The fundamental way Computer Science is taught hardly changed, focusing on direct instruction and individual performance. This is true for Italian high schools, but even more at the University level, confirmed by direct experience and talks with colleagues. This created a dyscrasia between the ideal programmer which the educational system pretends to create and what XXI-century software development really needs: experts in tech but also in soft skills, able to handle the complexities of the contemporary IT world.
Early introduction of Agile methodologies in K-12 can be an answer to this problem. Agile methods offer a compromise between not enough process and too much process, being adaptive rather than predictive, more people-oriented rather than process-oriented, favoring face-to-face communication and teamwork. Since Agile methodologies have been successful in the professional world, I decided to test if applying them in a K-12 environment would improve the learning process, especially given that several key Agile values are very important in the light of modern, constructivist teaching approaches.
The research developed itself as a form of Action Research, that included both quantitative and qualitative aspects.
First I tested the feasibility and the effects of Agile practices in this new context. Building on that, I run a confirmation experiment with slightly different goals. Spanning 18 months, I tested more than 150 students in five cities,including their teachers. Second, I developed a new experiment focused on the Software Development Life Cycle, specifically on Scrum. This larger experiment involved 180 more students in an area covering more that 700 km across. Results show that Agile methodologies do indeed have, on average, a positive effect on the learning environment as a whole, not only on grades but also on satisfaction and motivation. The key is the social aspect of programming, that Agile methodologies promote more that traditional ones.
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