Riassunto analitico
Le potenzialità della crioconservazione derivano dalla nascita e dallo sviluppo della criobiologia; una branca della scienza che ha consentito il raggiungimento di importanti traguardi nel settore della riproduzione assistita sia in campo tecnologico che etico. In particolar modo in pazienti giovani, un mantenimento a lungo termine del seme crioconservato risulta essere fondamentale. Al fine di valutare gli effetti delle tecniche di crioconservazione convenzionale a lungo termine sui parametri nemaspermici, sono stati scongelati e analizzati 89 campioni appartenenti a 44 pazienti che presentavano prevalentemente parametri seminali al di sotto dei valori di norma o affetti da patologie. I campioni sono stati suddivisi in base al periodo di congelamento (gruppo A: tempo di crioconservazione ≤15 anni e gruppo B: tempo di crioconservazione ≤25 anni) e in base all’età del paziente al momento del congelamento (gruppo α: ≤27 anni e gruppo β: ≥28 anni). Confrontando i parametri nemaspermici al congelamento e scongelamento non sono emerse variazioni nella concentrazione di spermatozoi, mentre è stata evidenziata una diminuzione significativa della motilità. Nel gruppo A la diminuzione media della motilità si assesta al 13.22% e nel gruppo B al 25.18% e sono inoltre state evidenziate una significativa differenza tra i due gruppi e la presenza di un trend di perdita di motilità correlata agli anni di crioconservazione. In base all’età del paziente la media di motilità risulta essere statisticamente diversa nei due gruppi, presenta una diminuzione media del 25.85% nel gruppo α e del 14.08% nel gruppo β e un andamento inversamente proporzionale rispetto all’età.
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